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Casal Bruciato, Di Maio fa dietrofront: "Non ce l'ho con la Raggi"

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Il vicepremier: "Non sono irritato da Raggi. Massima solidarietà alla donna rom minacciata di stupro, ma comprendo che ci siano italiani arrabbiati"

Completo dietrofront di Luigi Di Maio sulla questione della casa popolare assegnata alla famiglia rom di Casal Bruciato, a Roma. Dopo le esclamazioni di ieri: “Prima si aiutano i romani, gli italiani, poi tutti gli altri”, il ministro del Lavoro smentisce di essere stato arrabbiato con la sindaca di Roma Virginia Raggi e manifesta, invece, la sua solidarietà alla famiglia rom minacciata.

Per Di Maio i neofascisti soffiano sul fuoco

Intervistato su Radio Uno, Di Maio ha in seguito precisato: “È giusto dare la massima solidarietà a una donna che viene minacciata di stupro da CasaPound o da fascisti. Quelli che protestano li divido in due categorie: ci sono i cittadini tesi e arrabbiati ed è una cosa, poi ci sono i presidi di neofascisti e di CasaPound che vanno lì e soffiano sul fuoco dicendo che quella casa non doveva essere assegnata”.

Sulla falsariga del suo alleato di governo Matteo Salvini, Di Maio ha poi invitato ad un superamento delle diatribe tra destra e sinistra per iniziare a concentrarsi sui fatti: “Non si deve alimentare questo dibattito tra fascismo e antifascismo: non bisogna schierarsi da una parte o dall’altra, ma restare sulle cose concrete. Per me bisogna cercare di trovare le soluzioni per tanti italiani che non hanno la casa. Noi stiamo cercando di abbassare la tensione sociale con il reddito cittadinanza”.

Sì allo sgombero di CasaPound

Nell’intervista il vicepremier coglie inoltre l’occasione per parlare direttamente del partito di estrema destra, che da anni ha la sua sede principale proprio in un immobile occupato: “Lo sgombero è sacrosanto per qualsiasi tipo di immobile occupato. L’immobile di CasaPound ci serve, lo daremo agli italiani che non hanno la casa”.