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Decreto Sicurezza bis, Moavero chiede all'ONU chiarimento sulle fonti

Enzo Moavero ONU

Per l'ONU il decreto Sicurezza bis vìola i diritti umani, ma per il ministro degli Esteri italiano le fonti utilizzate sono "inaffidabili"

Dopo il richiamo dell’Italia in merito al decreto Sicurezza bis, il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi chiede all’ONU “elementi più precisi sulle fonti utilizzate” lasciando intendere che sono “imprecise o inaffidabili” visto che il provvedimento è ancora una bozza e non è mai approdato in Consiglio dei Ministri.

La procedura speciale

Dopo la lettera da parte di esperti del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU sul decreto Sicurezza bis il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha il incaricato il rappresentante permanente italiano presso le Nazioni Unite a Ginevra, l’ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, di contattare i titolari di procedure speciali firmatari della comunicazione rivolta all’Italia, per chiedere “elementi più precisi sulle fonti utilizzate, sulla metodologia e la tempistica dei loro lavori e per chiarire alcuni elementi di puntuale riscontro alla loro lettera”.

In una nota la Farnesina precisa che le “procedure speciali” sono i meccanismi ordinari istituiti dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite per esaminare, vigilare, consigliare e riferire sulla situazione dei diritti umani nei diversi Stati“.

Fonti imprecise o inaffidabili

Viene quindi specificato che le “comunicazioni”, come quella ricevuta dall’Italia, sono “lettere in merito ad asserite violazioni dei diritti umani, accadute o in procinto di verificarsi. Non hanno carattere giudiziario, né investigativo e non prevedono obblighi o sanzioni”.

Si puntualizza quindi che “il contenuto delle comunicazioni si basa su “informazioni ricevute da fonti varie” che, “talvolta, sono risultate imprecise o inaffidabili“. Da qui la richiesta di precisazioni da parte del governo, che rispedisce al mittente le accuse mosse dall’ONU visto che il decreto Sicurezza bis è ancora una bozza e non è mai stato discusso in Consiglio dei Ministri.

L’Italia cerca comunque di smorzare la polemica, sottolineando che dal 1 gennaio 201 anche altri Stati hanno ricevuto comunicazioni simili: per esempio, gli USA ne hanno ricevute 30, il Regno Unito 16, la Francia 12, la Spagna 7 e la Germania due.