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Salvini e striscioni, il malumore del Ministro dell'Interno

Matteo Salvini e il clima delle balconiadi

Dopo i casi di Salerno e Brembate, è nata una vera e propria protesta degli striscioni.

Se si dovesse individuare un punto zero del malumore del vicepremier, Matteo Salvini, sarebbe probabilmente il caso di Salerno lo scorso 7 maggio, su cui la procura ha anche aperto un’inchiesta. Sullo striscione in questione campeggiava la scritta: “questa Lega è una vergogna”. Da lì, si passa diretti a Brembate. Sul balcone: “non sei il benvenuto”. Entrambi accuratamente rimossi su indicazione del Ministro dell’Interno, che con tutta probabilità non è stato troppo contento dell’accoglienza. Ma la Legge di Murphy è impietosa: se qualcosa deve succedere, succederà. E infatti da due striscioni si è ramificata una vera e propria protesta anti Salvini che si svolge, a volte con ironia a volte meno, sui balconi di tutta Italia. Non c’è balcone che tenga, nemmeno a pochi passi dal Duomo di Milano, coinvolgendo talvolta protagonisti insoliti.

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Le proteste di Milano, Firenze e Napoli

Il 18 maggio, in Piazza Duomo, Matteo Salvini ha ribadito le sue politiche di immigrazione portando sul palco i sovranisti europei. Tra gli altri, anche Marine Le Pen di Rassemblement National. Al netto del cospicuo numero di sostenitori in piazza, l’altra Milano si muoveva, con altrettanta energia, da Piazza Castello con striscioni, cori e cartelloni non proprio di benvenuto, ecco. “Meno Salvini, più grattini“, “Salvini odia, Milano ama”, “Fascista è chi il fascista fa” erano alcuni degli slogan della manifestazione. E mentre i sostenitori di Salvini si riversavano sotto il palco per ascoltare il leader del Carroccio, sul balcone antistante ha fatto la comparsa anche Zorro srotolando un lungo lenzuolo: “restiamo umani”.

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Se alcuni degli striscioni, a detta del Ministro, non l’hanno turbato (anzi alcuni li ha trovati persino divertenti), altri l’avranno con tutta probabilità disturbato, nonostante i messaggi semplicemente canzonatori. Un po’ come per Bembrate e Salerno, anche lo striscione srotolato da due signore all’uscita della metro, con su scritto “Salvini Milano città aperta”, è stato ritirato. Stessa fine è toccata al cellulare di Valentina Sestito, ventenne napoletana, che durante il comizio del vicepremier aveva approfittato di un selfie per porre una semplice questione: Salvini, ma non siamo più terroni di m***a? A Firenze la protesta è stata invece più cruenta con alcuni scontri tra manifestanti e il cordone di contenimento della polizia in Piazza della Repubblica, mentre Salvini parlava dal palco di Piazza Strozzi.

I rapporti con Di Maio

Insomma, malumore non biasimato per il vicepremier che per ogni comizio in giro per l’Italia ritrova striscioni, cartelli e manifestazioni pronti a canzonarlo. Anche a Lecce non è andata meglio. Probabilmente nemmeno a Montecitorio le cose vanno per il verso giusto ed è forse per questo che il Ministro del Mise, Luigi Di Maio ha affermato che la tensione sociale è palpabile e che è superfluo inseguire ogni polemica.

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Il pentastellato, riguardo il suo legame con Salvini, ha poi aggiunto: “I rapporti sono molto meno efficaci di prima. Noi prima ci sentivamo e risolvevamo tutti i problemi. Ma io penso che dopo il 26 maggio se dismettono una serie di questioni che vanno superate dal 27 maggio possiamo metterci a lavoro”.
In ogni caso a qualcuno basterebbe fare uno scambio con il Ministro nervoso e giustamente appende al proprio balcone: “Ridateci gli alpini, tenetevi Salvini”.