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Di Maio contro Salvini: "Via l'abuso d'ufficio? Dica meno stronzate"

Di Maio contro salvini

Rimane alta la tensione tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. A pochi giorni dalle elezioni europee lo scontro si accende sul reato d'abuso d'ufficio.

Matteo Salvini sostiene che il reato di abuso d’ufficio blocca di fatto il lavoro di 8mila sindaci, non nascondendo la volontà di volerlo abolire dal codice penale. Luigi Di Maio lascia intendere che non vuole aprire un nuovo scontro all’interno della maggioranza ma chiarisce anche che su certe uscite non può tacere: “E’ un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore?”. Poi lancia una stoccata anche al caso che ha coinvolto il sottosegretario Armando Siri: “Il prossimo passo quale sarà? Togliamo il reato di corruzione?”.

“Lega chiede voto ai condannati?”

Nuovo scontro all’interno della maggioranza. “Io toglierei l’abuso di ufficio, ci sono sindaci che non firmano niente per paura di essere indagati. Io non posso bloccare 8mila sindaci” afferma Matteo Salvini a Radio Anch’io. “Bisogna togliere burocrazia, togliere vincoli, fare, liberare. Se per paura che qualcuno rubi blocchiamo tutto e allora – aggiunge – mettiamo il cartello ‘affittasi’ ai confini dell’italia e ci offriamo alla prima multinazionale cinese che arriva”.

L’uscita del vicepremier leghista non è piaciuta affatto a Luigi Di Maio che su Facebook, a stretto giro, prima di tutto precisa: “Il reato di abuso d’ufficio esiste quando un incaricato di pubblico servizio, un dirigente o un politico ad esempio, nello svolgimento delle sue funzioni fa qualcosa che, intenzionalmente, procura a sé o ad altre persone a lui vicine un vantaggio ingiusto, arrecando ad altri dunque un danno”.

Il leader del M5S quindi tuona: “Ho sentito dire da qualcuno che questo reato lo si vuole abolire. È forse un modo per chiedere il voto ai condannati o per salvare qualche amico governatore da una condanna?”. Il riferimento è al presidente della Lombardia Attilio Fontana. “Di fronte a questa stupidaggine io non posso tacere. Chi l’ha detto stavolta ha toppato alla grande” chiarisce quindi il vicepremier pentastellato.

“Più lavoro e meno stronzate!”

“Come si fa a dire che si vuole dare battaglia alla mafia e alla camorra con un decreto e poi subito dopo incitare all’abolizione del reato di abuso d’ufficio? Dov’e la logica? – domanda ancora Luigi Di Maio – È un reato in cui cade spesso chi amministra, è vero, ma se un sindaco agisce onestamente non ha nulla da temere. Non è togliendo un reato che sistemi le cose”.

Poi arriva la stoccata a Siri: “Ma che soluzione è? Il prossimo passo quale sarà? Che per evitare di far dimettere un sottosegretario togliamo il reato di corruzione?”. Infine, lo sfogo forse poco politically correct: “Sia chiara una cosa, per noi il governo va avanti, ma a un patto: più lavoro e meno stronzate!“.