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Europee 2019, Giarrusso (M5s) "Renzi si montò la testa, noi siamo altra cosa"

Dino Giarrusso, M5s

"La legislatura cadrà a scadenza naturale, non conviene a nessuno avere una crisi di governo, non conviene alla Lega e non conviene agli italiani".

“Vorrei che il Parlamento europeo avesse maggiori poteri” è questo il monito di Dino Giarrusso, ex inviato della trasmissione Le Iene e neo candidato del Movimento 5 Stelle nella circoscrizione insulare alle prossime elezioni europee del 26 maggio 2019. Dagli equilibri dell’esecutivo gialloverde fino alla missione politica in Ue, la sfida di Giarrusso (e del MoVimento) si concentra su precetti che spingono per un’Europa più solidale, più a contatto con i bisogni dei cittadini. Le polemiche sulla campagna elettorale in “tenuta da Iena” sembra ormai passata, il candidato catanese infatti risponde così “Quentin Tarantino mi ha chiamato e mi ha dato l’autorizzazione, sono tranquillo”.

L’intervista a Dino Giarrusso

Qual è la tua idea di Europa?

La mia idea è quella di un’Europa diversa da come è stata. È nata con i migliori intenti, ma l’unione solidale ed economica non c’è mai stata: persino gli stati membri sono stati penalizzati. Anche l’Italia. Ciò non significa che l’Europa sia da buttare come progetto politico: bisogna cambiare passo e riformarla. Per il nostro paese è stato più un problema che un vantaggio: a partire dal cambio lira-euro fino al turismo, l’agroalimentare e le procedure economiche. Quest’ultime a mio parere scritte per sistemi finanziari di altri paesi. Non sono euroscettico, sono eurocritico. Oggi abbiamo un peso leggermente più basso rispetto ad altre democrazie, penso alla Francia, alla Germania.

Una nuova Unione Europea, quali sono le prime cose da fare?

Dobbiamo portare le esigenze dei cittadini nella politica europea. Poi l’abolizione dei paradisi fiscali, la riforma della tassazione in Europa: mi riferisco alla disparità nel costo del lavoro, alla delocalizzazione, all’impoverimento della piccola media impresa. Occorre uniformare la tassazione fiscale, perché le aziende italiane si spostano all’estero? Chi fattura miliardi di euro riesce a pagare pochissimo grazie a meccanismi fiscali molto complessi, noi vogliamo abolire questa elusione finanziaria.

Sei vicino alla nuova concezione di Stati Uniti d’Europa?

Penso che questa definizione, con tutto il rispetto, perde il tempo che trova. Ricordo quando si diceva centro sinistra con o senza trattino, a me non interessa. Il punto è, quest’Europa ha effettivamente fatto bene a tutti gli stati membri o no? La risposta ovviamente è no e noi dobbiamo far si che la politica europea possa portare vantaggi a tutti. Al contrario tutto il sistema dell’Unione imploderebbe. Vorrei che il Parlamento europeo avesse maggiori poteri.

Europee banco di prova di questo governo, quanto durerà il mandato di questo esecutivo?

La legislatura cadrà a scadenza naturale, non conviene a nessuno avere una crisi di governo, non conviene alla Lega e non conviene agli italiani. Questo governo sta facendo bene, con le riforme soprattutto. L’unica chanche della Lega è quella di governare con noi. Non si tornerà a elezioni, è lecito che questo governo continui. Certo, c’è una dialettica aspra ma andiamo avanti. Anche Salvini lo ha confermato. Non credo che l’esito di queste elezioni europee influenzerà il governo. Renzi dopo le Europee, e dopo il consenso al 40% si è montato la testa sbagliando tutto. Le prime forze politiche di questo paese rimarranno M5s e Lega.

Dalla tangentopoli bis, a Strache e alla corruzione del Cremlino

Comprendo la visione ampia di questa domanda, semmai è un problema della Lega e delle sue alleanze. Noi come M5s abbiamo il diritto e il dovere di guardare all’ennesima tangentopoli di casa nostra. Il fatto che ci sia anche in Europa è grave ma non ci riguarda così da vicino. Penso all’Umbria e a quello che sta succedendo con il Partito Democratico e alla sanità: un gioco delle tre carte ridicolo, siamo al balletto, nel 2019 è ora di dire basta. Perché vi tenete i disonesti? Penso a Tatarella, avrei dovuto incontrarlo in confronto ma dopo quello che è successo non è stato così. Noi siamo altro.

Hai fatto campagna elettorale vestito da Iena, si sono spente le polemiche?

Io con le Iene ho un ottimo rapporto, gli altri partiti hanno fatto pressioni. Le Iene non hanno colore, sono un programma libero, molti di noi avevano diverse idee politiche anche prima della mia candidatura. Ho scritto detto Iena sulla scheda elettorale, sulle affissioni ufficiali nella consegna alla corte d’appello. Il motivo è semplice, è il mio soprannome, a Catania mi chiamano così, la legge consente questo quindi va bene così. Ho risposto anche ironicamente che Quentin Tarantino mi ha chiamato e mi ha dato l’autorizzazione.