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Maurizio Belpietro direttore per un giorno de l'Unità

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La decisione è stata presa per poter far uscire il giornale in edicola almeno una volta all'anno, al fine di evitare il decadimento della testata.

Insolito rinnovamento al vertice di uno dei grandi nomi dell’editoria nazionale. L’ex direttore di Libero Maurizio Belpietro diventa, per un giorno, il nuovo direttore de l’Unità, lo storico quotidiano delle sinistra italiana fondato da Antonio Gramsci nel 1924. Una decisione presa in via eccezionale dal editore del giornale, che uscirà nelle edicole soltanto nella giornata di domenica 25 maggio.

Si evita il decadimento della testata

Nessun cambio della linea politica dunque, ma più semplicemente la volontà di far continuare a vivere il quotidiano con ogni mezzo. Da ormai due anni infatti l’Unità non è più presente nelle edicole italiane, dopo la chiusura nel maggio 2017 a causa dei forti debiti accumulati. La proprietà del giornale (la Pessina costruzioni) è però comunque costretta a far uscire almeno un numero all’anno, in modo da evitare così il decadimento della testata. Esattamente un anno fa infatti venne pubblicato un altro numero unico, diretto per l’occasione dal giornalista Luca Falcone.

Interrogato sulla curiosa vicenda, Maurizio Belpietro ha così giustificato il suo intervento a difesa dell’ormai fu quotidiano comunista: “Pur non condividendo nulla di quanto è mai stato scritto su quel giornale, ho accettato perché serve a garantire la libertà di stampa. (…) Perché proprio io? Questo bisogna chiederlo all’editore. Forse perché in questi anni mi sono impegnato a rilanciare le testate, anche fondandone una”.

Le proteste della redazione

Non ha tardato ad arrivare la risposta del comitato di redazione de l’Unità, che in una nota parla di gesto gravissimo e di insulto alla tradizione politica del giornale e della sinistra italiana: “L’Unita’, giornale fondato da Antonio Gramsci e sopravvissuto al fascismo, in mano ad un direttore da sempre apertamente schierato con la parte più conservatrice della politica italiana e più volte alla guida di giornali di proprietà di Silvio Berlusconi che a l’Unità e ai partiti della sinistra non hanno mai risparmiato insulti e campagne d’odio”.