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Europee, il voto degli italiani all'estero: Pd al 35%, Lega all'8%

Europee italiani all'estero

Segue il M5S con il 6,2% dei voti. Forza Italia si è fermata al 2,8%, mentre il partito di Giorgia Meloni ha raggiunto l'1,4%.

Alle urne del 26 maggio non si sono recati solo i cittadini residenti in Italia, ma anche i tanti italiani all’estero, con un risultato che contrasta con quello registrato in patria. Secondo quanto evidenziato dalle stime pubblicate sul sito Eligendo, citate da TPI, infatti, la prima forza politica tra gli expat è il Partito democratico, che ha raggiunto il 35,36%, superando persino la percentuale della Lega in Italia. Proprio il Carroccio, invece, si ferma all’8,8%.

Dietro alla Lega troviamo il Movimento Cinque Stelle, che raccoglie solo il 6,2% dei voti. Un risultato analogo a quello raggiunto da Europa Verde e di poco superiore a quello di +Europa, che ha raccolto il 5,6% delle preferenze. La Sinistra è invece arrivata al 2,4%, poco al di sotto di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi ha infatti raggiunto il 2,8%, mentre Fratelli d’Italia si è fermata all’1,4%.

La protesta degli expat

Ma proprio nel giorno delle elezioni, gli italiani all’estero hanno levato la voce contro la mancata rappresentanza degli expat nel Parlamento europeo, nonostante il crescente peso numerico. “Se fossimo un Stato, saremmo più popolosi dei Paesi Bassi, del Belgio e poco meno della Romania. Siamo i 17 milioni di cittadini europei che risiedono in un altro Stato membro dell’Ue”, scrive un docente di Diritto (nato in Italia, che vive in Spagna e lavora in Francia) in una lettera aperta pubblicata su La Stampa. Tre milioni e mezzo di loro sono italiani, che rappresentano “il 4% della popolazione europea in età lavorativa. Contribuiamo in maniera determinante, sia economicamente che socialmente, allo sviluppo delle regioni in cui viviamo e a quelle da cui proveniamo. Ciò nonostante, siamo privati del diritto di rappresentanza politica nel nostro nuovo Paese di residenza. Quei cittadini le cui vite sono probabilmente le più ‘europee’, sono i meno politicamente rappresentati in Europa”.