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Luca Palamara si autosospende dopo le accuse di corruzione

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Palamara respinge con forza i reati di corruzione per i quali è indagato, autosospendendosi dall'Anm per cercare di recuperare la dignità e l'onore.

Ha deciso alla fine di autosospendersi dall’Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara, il sostituto procuratore di Roma travolto da un’inchiesta di corruzione. La notizia arriva nel pomeriggio di sabato primo giugno tramite una lettera inviata da Palamara al presidente dell’Anm Paolo Grasso. L’ex consigliere del Csm è stato egli stesso alla guida dell’Anm dal 2007 al 2012.

Una scelta fatta per difendere l’onore

Palamara è accusato di aver ricevuto 40mila euro dagli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore al fine di favorire la nomina dell’ex pm Giancarlo Longo a procuratore di Gela. Un’accusa che il magistrato respinge totalmente nella lettera dove annuncia la sua sospensione: “Sono certo di chiarire i fatti che mi vengono contestati. Il mio intendimento ora è quello di recuperare la dignità e l’onore e di concentrarmi esclusivamente sulla difesa nel processo di fronte a tali infamanti accuse. Per tali ragioni mi assumo la responsabilità di auto sospendermi dal mio ruolo di associato con effetto immediato”.

Rimanendo strettamente in merito alla vicenda di corruzione per la quale è indagato, Palamara ritiene che siano solo calunnie: “È un falso, lo stesso avvocato Calafiore che avrebbe dovuto pagare quei soldi ha negato. Per fortuna si possono controllare i movimenti bancari. Sono millanterie, io Longo l’avrò visto una volta, e di Gela non mi sono mai interessato. Inoltre non ho fatto nulla per danneggiare chicchessia nella Sezione disciplinare, né avrei potuto visto che è un organo collegiale”.

L’indagine sui regali dell’imprenditore Centofanti

Finito nel registro degli indagati anche Fabrizio Centofanti, meglio noto come “L’imprenditore dei regali“. Secondo l’accusa Centofanti avrebbe regalato vacanze in giro per l’Italia alla famiglia Palamara in modo che questo favorisse poi la nomina di capi degli uffici a cui erano interessati gli avvocati Amara e Calafiore. Riguardo ai viaggi pagati da Centaofanti, Palamara sottolinea che: “Rientrano in un rapporto che risale al 2008, Fabrizio era amico di mia sorella e ho cominciato una frequentazione insieme a varie persone, tra cui qualche magistrato. Niente di male né di sospetto, lui non mi ha chiesto niente degli avvocati arrestati con lui, Calafiore non l’ho mai visto, e Amara l’avrò incontrato due volte in situazioni conviviali”.