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Un anno di governo Conte: mantenuta una promessa su dieci

Un anno governo conte

Secondo il report "Traccia il contratto" del sito "Pagella Politica", in dodici mesi l'esecutivo ha mantenuto il 12% degli impegni presi.

Sono trascorsi esattamente 365 giorni da quando Giuseppe Conte e i suoi ministri hanno prestato giuramento davanti al Presidente della Repubblica e si sono insediati a Palazzo Chigi. Un anno di leadership affidata non a uno ma a due partiti (il Movimento 5 Stelle, a maggioranza parlamentare, e la Lega), legati non da una vera e propria alleanza (troppi gli elementi di distanza tra le due formazioni) ma da un “contratto di governo”. Non è facile fare un bilancio di questi primi dodici mesi dell’esecutivo gialloverde. A provarci, riporta Fanpage, è stato Pagella Politica (il sito web dedicato al fact-cheching politico), che ha pubblicato il report Traccia il contratto per verificare quali delle promesse elettorali di leghisti e grillini sono state effettivamente mantenute. Il “promessometro” mostra un bilancio poco roseo, con un passaggio dalle parole ai fatti che è avvenuto solo una volta su dieci.

Un cambiamento al 12%

I dati (supportati da numeri e fonti ufficiali, sempre citate nel report) parlano chiaro. Ad oggi, le promesse mantenute sono solo 37, ovvero il 12% di quanto affermato dai partiti al momento della firma del famoso contratto. La percentuale si alza al 40% se si prendono in considerazione anche i provvedimenti in relazione ai quali è stata almeno iniziata una discussione parlamentare, ma senza alcuna conclusione definitiva. Oltre la metà degli impegni presi un anno fa giace senza che nessuno dei ministri abbia sollevato la questione. Se il governo dovesse mantenere questa andatura, alla fine del suo mandato avrà completato solo il 60% di quanto promesso ai cittadini.

Le promesse mantenute

Tra le promesse mantenute spiccano i due cavalli di battaglia del governo Conte, ovvero il reddito di cittadinanza e quota 100, con l’abolizione della legge Fornero. Alcuni impegni sono stati portati a termine anche nel campo della sicurezza, tra cui l’aumento dei fondi destinati alle forze dell’ordine, l’aumento delle procedure di verifica per le attività collegate all’accoglienza dei migranti e una maggiore trasparenza nella gestione dei fondi per l’immigrazione. In ambito giudiziario, l’esecutivo ha revisionato il rito abbreviato. In quello fiscale, è in corso la procedura per il via libera alla pace fiscale. Tra i provvedimenti in via di discussione, c’è quello relativo al taglio dei parlamentari.

Le promesse non mantenute

Sono ancora lontane dall’approvazione, invece, le leggi relative alla flat tax e al salario minimo, così come quella sul conflitto di interessi e sul superamento del regolamento di Dublino in materia di immigrazione. Il primo anno dell’esecutivo è inoltre stato caratterizzato da un continuo dibattito con Bruxelles sui trattati sul deficit che, al momento, non sono stati ridiscussi.

Vi sono poi questioni sulle quali il governo ha preso una direzione opposta rispetto a quanto dichiarato in campagna elettorale. Tra queste vi è quella delle accise sulla benzina (che aumenteranno dal 2020) e dell’aumento dell’Iva.