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Sblocca cantieri, presidente Anac: "Rischio corruzione"

Sblocca cantieri, presidente Anac

Cantone, nella relazione a Montecitorio: "La procedura semplificata aumenta il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi".

Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone si è espresso a sfavore del decreto Sblocca cantieri, che “incide sicuramente anche sui poteri dell’Anac, prevedendo il ritorno al regolamento attuativo in luogo delle linee guida dell’Autorità”. Durante la sua relazione annuale a Montecitorio, riferisce l’Ansa, Cantone ha affermato che il documento “è stato fatto segno di numerose e sostanziali modifiche e a oggi si fa fatica a orientarsi fra gli emendamenti e subemendamenti approvati e modificati e a individuare, quindi, un testo su cui potersi confrontare. Il settore degli appalti ha assoluto bisogno di stabilità e certezza delle regole, non di continui cambiamenti”.

L’interdittiva antimafia

Tra gli elementi commentati dal presidente dell’Anac vi è l’aumentato commissariamento delle imprese interessate da interdittiva antimafia. Si tratta di un “istituto di competenza del solo prefetto e sul quale comunque l’autorità viene sempre sentita. Le imprese interdette, comunicate all’autorità ai fini dell’annotazione nel casellario, sono cresciute in modo significativo e progressivo dal 2015 al 2018. Sono giunte a circa 1900 in totale. Un numero preoccupante, sintomatico di quanto le organizzazioni criminali stiano infiltrando l’economia legale. Da magistrato che si è occupato di antimafia dico che questo numero non può assolutamente essere sottovalutato”.

Il rischio corruzione

Altrettanto preoccupanti sono le modifiche allo Sblocca cantieri che prevedono “una soglia abbastanza alta (150mila euro) entro la quale adottare una procedura molto semplificata” che aumenta “il rischio di scelte arbitrarie, se non di fatti corruttivi. Alcune opzioni poi”, come il ritorno dell’appalto integrato, “paiono troppo attente all’idea del ‘fare’ piuttosto che a quella del ‘fare bene’. La sospensione dell’albo dei commissari di gara, infine, rischia di far venire meno un presidio di trasparenza“.