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Fca-Renault, Di Maio attacca: "Colpa dell'interventismo della Francia"

Di Maio Lega

Dopo le critiche che gli sono piovute sulla mancata fusione Fca-Renault, Luigi Di Maio parte al contrattacco, puntando il dito contro la Francia.

Luigi Di Maio risponde alle critiche mosse al governo sulla mancata fusione Fca-Renault. Il ministro dello Sviluppo economico assicura di essere stato sempre in contatto con la multinazionale italo-canadese ma rivendica il fatto che in un’operazione di mercato “non devono interferire ministri e presidenti della Repubblica”.

Le critiche al governo

“Il Ministro dello Sviluppo economico non sa, per sua stessa ammissione, perché sono naufragate le trattative per la fusione Fca-Renault. Nel mentre il settore dell’acciaio tutto torna in crisi per eccesso di importazioni e nessuno va a parlare con Malmstrom. Bene così” cinguetta su Twitter Carlo Calenda in polemica con Luigi Di Maio.

Il leader del MoVimento 5 Stelle è sotto accusa però anche dai sindacati e dalle opposizioni, i quali lamentano l’assenza del governo nella vicenda. “In questa operazione così delicata osservo il silenzio assordante del governo italiano. Ancora una volta emerge l’assenza di una politica industriale, di una visione del Paese, di una guida” aveva sottolineato per esempio il deputato PD Ettore Rosato dopo il ritiro da parte del Fca della proposta di fusione con Renault.

“Di Maio parla solo adesso quando invece sarebbe stato più utile intervenire subito, magari in un senso o nell’altro considerato che idee chiare ne hanno poche. – attaccava ancora l’esponente dem – Ma vedere l’Italia indifferente di fronte a questa iniziativa è veramente imbarazzante”.

La replica di Luigi Di Maio

In un primo momento il vicepremier pentastello a capo del Mise si era infatti limitato a dire che “se la Fca ha ritirato la proposta evidentemente non ha visto una convenienza“. Luigi Di Maio cerca quindi di correggere il tiro e, intervenendo venerdì 7 giugno 2019 ai microfoni di Radio24 puntualizza: “È l’interventismo di Stato che ha provocato il fallimento dell’operazione”.

“Noi siamo sempre stato in contatto con Fca ma abbiamo rispettato una operazione di mercato. – chiarisce – Qui è solo la Francia a non aver fatto bella figura”. Il ministro dello Sviluppo economico poi assicura: “Neanche Renault è contenta dell’interventismo dello Stato francese. Se si fa mercato, una grande azienda parla con la sua omologa, non è che interferiscono ministri e presidenti della Repubblica”.

La posizione della Francia

In un’intervista a Le Figaro, il ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire precisa però che la Francia ha solo chiesto “impegni sulla tutela dei posti di lavoro e dei siti industriali”, osservando: “Che cosa avrebbero detto se avessimo svenduto gli interessi industriali della Francia? Che cosa avrebbero detto se non avessimo tenuto contro delle preoccupazioni del nostro partner giapponese? La situazione attuale è che lo Stato possiede il 15 per cento della Renault. E deve assumersi le sue responsabilità”.