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Striscione contro Salvini e Di Maio rimosso dalla Digos a Roma

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Stando ad una nota della Questura di Roma, la rimozione dello striscione sarebbe avvenuta in quanto "lesivo del decoro paesaggistico".

Nella mattinata di sabato 8 giugno il sindacato della Uil ha denunciato la rimozione di uno striscione preparato in occasione della manifestazione unitaria del pubblico impiego. Sullo striscione era rappresentato un ironico sfottò contro i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. La Questura di Roma avrebbe infatti ordinato la rimozione dello striscione in quanto “lesivo del decoro paesaggistico“.

La Digos: “questione di decoro”

Stando a quanto dichiarato dalla Questura di Roma, e riportato dalla Digos al momento della rimozione, lo striscione sarebbe stato posizionato su un muro di via Adamo Mickiewicz, in un’area di interesse storico e culturale: “Nessuna valutazione è stata fatta circa l’aspetto contenutistico, ma si è ritenuto che lo striscione fosse lesivo del decoro paesaggistico, così come previsto dall’articolo 49 del Codice dei Beni Culturali e del paesaggio, dove espressamente si vieta il collocamento o l’affissione di cartelli o altri mezzi di pubblicità sugli edifici e nelle aree tutelate come Beni culturali”.

Sullo striscione erano raffigurati i due vicepremier in uno scherzoso botta e risposta in cui Di Maio dice a Salvini: “Matte’, dicono che mettese contro il sindacato porta male”, al ché il ministro dell’Interno risponde: “Sì Giggino, lo so, infatti me sto a porta avanti col lavoro”. Una bonaria presa in giro quindi, come sottolineato anche dal segretario generale della Uil-Fpl Michelangelo Librandi: “Era una striscione solo ironico. Non mi sembra che ci fosse nulla di offensivo. Nello striscione abbiamo ripreso una frase che dice spesso Barbagallo [segretario della Uil ndr], cioè che mettersi contro il sindacato porta sfortuna”.

Le repliche dei due vicepremier

Alle accuse di censura, sollevate dagli esponenti dell’opposizione già subito dopo la vicenda, non si sono fatte attendere le risposte dei due ministri. Il primo ad intervenire è Luigi Di Maio, che replica sottolineando l’importanza delle critiche in una società democratica e pubblicando egli stesso sulla sua pagina la vignetta incriminata: “La libertà di pensiero vale sempre. Questo è un principio che, come MoVimento 5 Stelle, per primi, abbiamo sempre difeso e che continueremo a difendere”.

Di poco fa invece il commento di Matteo Salvini, che preferisce mantenere un basso profilo incentrando il suo post sulla difesa dell’operato delle Forze dell’Ordine: “Mi occupo di lotta alla mafia, alla camorra, alla droga, ai trafficanti di esseri umani e non faccio di certo guerre agli striscioni. Infatti ce ne sono ovunque e di ogni tipo, e ho dato indicazioni, già nelle scorse settimane, di non intervenire. Rispetto ovviamente la scelta della Questura di Roma, così come rispetto le Forze dell’Ordine che proteggono gli Italiani dalla mattina alla sera”.