> > Il sindaco Sala: "A Milano 3mila nomadi, si ragiona sul Daspo urbano"

Il sindaco Sala: "A Milano 3mila nomadi, si ragiona sul Daspo urbano"

Beppe Sala Rom Daspo

"Non sono contrario alla chiusura dei campi ma bisogna trovare formule diverse rispetto alla successione di sgombero e rioccupazione" dice Beppe Sala

Nel corso della consueta colazione del sabato con i cittadini di un quartiere periferico, l’8 giugno 2019 il sindaco di Milano Beppe Sala ha riflettuto con i residenti del Municipio 7 sulle soluzioni da mettere in campo contro l’occupazione di alcuni spazi pubblici da parte di Rom e Sinti. Ed emerge l’idea di applicare contro gli abusivi il Daspo urbano, ovvero l’allontanamento coatto dei nomadi da “alcune aree perché poi alla fine ritornano sempre nello stesso punto e bisogna trovare delle formule affinché non ritornino” come ha sottolineato il primo cittadino.

Daspo urbano per i nomadi

In particolare sotto la lente di Beppe Sala e dei residenti della zona gli spazi attorno all’ospedale San Carlo e in via Caldera, a Quarto Cagnino e in via Novara.

“Oggettivamente – ammette il sindaco – a Milano ci sono 3mila nomadi e io non sono contrario alla chiusura dei campi, ma farla significa anche costringere queste persone a rimanere in giro. Bisogna quindi trovare formule diverse rispetto alla tradizionale successione di sgombero e rioccupazione dell’area, un metodo che non dà risultati soddisfacenti”.

Da qui la proposta di applicare lo “strumento del Daspo”, con il sindaco però che sottolinea come questo sia “un discorso profondo e complicato” su cui “si sta ancora ragionando, anche col prefetto”.

Lega “a favore e ben disponibile”

“Alcuni municipi si sono già espressi in tal senso anche su proposta della Lega” assicura intanto assessore regionale alle Politiche abitative della Lombardia, Stefano Bolognini. A margine dell’incontro in via Gola l’esponente del Carroccio non nasconde infatti di essere “a favore e ben disponibile” per il Daspo urbano ai nomadi, come riporta repubblica.it.

“Ci sono persone che vengono a Milano per delinquere e altre per vivere serenamente. Nel primo caso in particolare, queste persone possono essere tranquillamente allontanate dalla città” sottolinea.