> > Conte avverte: "Resto solo se Salvini e Di Maio mi convincono"

Conte avverte: "Resto solo se Salvini e Di Maio mi convincono"

riforma fisclae

Il monito del premier dopo il vertice a tre a Palazzo Chigi: "Se non andiamo d'accordo, io li lascio liberi. Con me non c'è bisogno di giochetti".

Giuseppe Conte si trova stretto in una morsa. Da un lato c’è l’Europa e la possibilità, sempre più concreta, di una procedura di infrazione che Jean-Claude Juncker ha definito “un problema serio” per l’Italia. Dall’altro ci sono i suoi vicepremier, che sottovalutano le conseguenze di uno scontro con Bruxelles e mettono in discussione la stessa intenzione dell’Europa di andare fino in fondo (così ha parlato Luigi Di Maio ai microfoni di Rtl 102.5). Il presidente del Consiglio si trova, ancora una volta, a fare da mediatore e lamenta una certa insofferenza. “Qualcuno qui deve ancora capire come sono fatto“, ha commentato in un’intervista a Repubblica. Ed è tornato a minacciare il termine anticipato di quest’esperienza di governo, qualora non si trovasse una soluzione tra i vertici: “Una cosa deve essere chiara. Sto qui se mi convincono loro, non sono io a doverlo fare. È impossibile che ci sia uno scontro tra me e i miei due vice per una semplice ragione: se non andiamo d’accordo, io li lascio liberi. Con me non c’è bisogno di giochetti”.

“Andranno a sbattere contro un muro”

Nonostante il “clima cordiale” in cui, assicura il premier, si è svolto il vertice a tre a Palazzo Chigi, è evidente che ci siano ancora diverse questioni in sospeso. “Mi sembra che la Lega non abbia ancora tolto gli emendamenti al disegno di legge sul salario minimo, che è in discussione al Senato”, ha spiegato. “Sono certo che lo farà, ma non è ancora avvenuto”. A essere a rischio è il futuro politico del Movimento Cinque Stelle, sembra dire Conte ricordando che “se uno vuole correre il rischio di cadere nelle braccia del suo possibile carnefice, faccia pure”. Sembra pensare ancora ai ministri pentastellati quando afferma: “Vedo intorno a me un po’ di inesperienza“.

Lo scontro, con toni da campagna elettorale, tra Lega e Movimento si è protratto tanto a lungo che “è probabile sia difficile uscirne. A me le veline date ai giornali non fanno né caldo né freddo. Se vogliono andare a sbattere contro un muro facciano pure. Ma non mi piace scherzare con i risparmi degli italiani”.

“In Europa con una voce sola”

Non gli piace neppure tirare troppo la corda con Bruxelles e mostrare all’Europa il volto di un’Italia divisa, al suo interno, anche sulla strada da seguire in vista della procedura. In vista del dialogo con l’Unione, assicura Conte, il successore di Paolo Savona “arriverà presto, entro giugno. In Europa serve una persona sette giorni su sette. Ma finché non è chiusa la procedura di infrazione le deleghe le tengo io. Per trattare con la Commissione, l’Italia deve parlare con una voce sola“.