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Salvini: "La Sea Watch ciondola in mare sulla pelle dei migranti"

Salvini Sea Watch

Il ministro accusa la Ong di fare "l'ennesima sceneggiata. Dicono di essere i buoni, ma stanno sequestrando donne e bambini".

È ancora in mare la Sea Watch 3, la nave della Ong che ha salvato 52 migranti a bordo di un gommone in avaria al largo delle coste libiche. L’imbarcazione, dopo essersi rifiutata di attraccare in Libia, dove i naufraghi non avrebbero trovato un porto sicuro, ha fatto rotta verso Lampedusa, indicandolo come obiettivo della navigazione nonostante il divieto di sbarco da parte del Viminale. Ma la rotta è poi cambiata nuovamente e la nave ha virato a est, dirigendo la prua verso Malta, informa il sito web Marinetraffic. Al momento resta ancora ignoto verso quale porto stia puntando.

“Hanno sequestrato donne e bambini”

Dura la condanna da parte del ministro Matteo Salvini, che ha definito l’atteggiamento della Ong irresponsabile e criminale. “Niente Malta. La Sea Watch ha cambiato nuovamente rotta”, ha commentato il vicepremier. “Ciondola nel Mediterraneo e gioca sulla pelle degli immigrati, nonostante abbia chiesto e ottenuto un porto da Tripoli. Stiamo assistendo all’ennesima sceneggiata. Dicono di essere i buoni, ma stanno sequestrando donne e bambini in mezzo al mare. Per loro, porti chiusi”.

Scontro tra Viminale e Sea Watch

“Ha chiesto alla Libia un porto sicuro, li faccia sbarcare lì”. Con queste parole il ministro dell’Interno ha annunciato che i porti di Lampedusa e di tutta Italia rimarranno chiusi per la Sea Watch 3. Alla replica dell’equipaggio della nave, secondo il quale “Tripoli non è un porto sicuro, sarebbe un crimine portare lì i naufraghi”, è cominciato l’ennesimo braccio di ferro tra il Viminale e la Ong. “Non vogliono portarli in Libia? E allora perché hanno chiesto a Tripoli un porto sicuro?”, ha replicato Salvini. “E perché, dopo la risposta positiva, ha atteso per ore davanti alla costa africana? Aveva il via libera allo sbarco. L’atteggiamento della nave sembra un vero e proprio sequestro di persona per motivi politici. Polemizza col Viminale sulla pelle degli immigrati”.

Alessandro Gamberini e Leonardo Marino, i legali della Ong, hanno fatto sapere che intendono sporgere denuncia contro il ministro dell’Interno per diffamazione a mezzo stampa. “Gli abusivi della Ong mi querelano? Uh, che paura”, è la sarcastica reazione del vicepremier.