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Migranti, in sei mesi oltre 1.600 arrivi dalla Germania: l'inchiesta

dublinanti

Un'inchiesta condotta dal quotidiano Repubblica fa chiarezza sui danni subiti da Roma per la mancata firma dell'accordo con Berlino.

Il quotidiano Repubblica ha dedicato la prima pagina di domenica 16 giugno a un’inchiesta su “Porti chiusi aeroporti aperti, la beffa tedesca”. L’indagine riguarda la mancata firma dell’Italia all’intesa con i tedeschi sui “dublinanti”, ovvero i migranti che, secondo le regole dell’Unione, dovrebbero essere riportati nei paesi di primo approdo. L’Italia senza questo accordo sarebbe uscita penalizzata. I dati riportati nell’inchiesta di Repubblica rivelano l’arrivo sul nostro territorio di 1.200 profughi provenienti dalla Germania via aereo. Questo numero si riferisci agli ultimi sei mesi; mentre tra novembre e marzo si sarebbero registrati 1.114 trasferimenti regolari.

I dati del Ministero

Il ministero dell’interno tedesco ha diffuso alcuni dati riportati dal quotidiano. L’Italia ha registrato nel primo trimestre del 2019 oltre 4 mila richieste di trasferimento di profughi. Inoltre, il 33% di queste sono state fatte arrivare ai paesi membri dell’Ue. Tuttavia, anche il ministero guidato da Matteo Salvini ha dato riscontri positivi: i dati mostrano 3.540 richieste (nel trimestre gennaio-marzo) rispetto alle precedenti 2.629. Nell’inchiesta appare poi un interessante confronto con i dati raccolti in Grecia, dove Tsipras ha firmato il patto con Berlino. Tra gennaio e marzo, mentre in Italia si registravano 557 trasferimenti, nel territorio greco ne avvenivano solo 4.

I commenti all’inchiesta

Il deputato democratico Filippo Sensi ha diffuso su Twitter un commento riguardo l’inchiesta di Repubblica: “Svelato il fallimento della politica di Salvini sui trasferimenti dei profughi dalla Germania all’Italia. Effetto perverso dell’accordo dello scorso giugno a Bruxelles che ha penalizzato il nostro paese. Aumentano vertiginosamente i trasferimenti in aereo in Italia, dati alla mano. Ai proclami e alla faccia feroce del ministro degli Interni non corrispondono i fatti. Chiacchiere a zero, propaganda sgonfiata. Un saldo negativo pesante sul quale dovrà venire in Parlamento a rispondere”. Il messaggio si conclude dicendo: “Fare i bulli con le navi lasciando zitti zitti gli aeroporti aperti, non mi pare corrisponda alla maschera ganassa esibita in questi mesi”.

Matteo Salvini, invece, la mattina di domenica ha inviato il suo messaggio di buongiorno citando una famosa frase di papa Wojtyla. “É responsabilità delle autorità pubbliche esercitare il controllo dei flussi migratori in considerazione delle esigenze del bene comune. L’accoglienza deve sempre realizzarli nel rispetto delle leggi e quindi coniugarsi, quando necessario, con la ferma repressione degli abusi”.