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Sea Watch, Salvini contro giornalista: "Si candidi con la sinistra "

matteo salvini

In un comizio in Liguria, il leader della Lega si è scontrato contro una giornalista riguardo la situazione della nave Sea Watch.

Dalla nave Sea Watch sono state fatte sbarcare soltanto 10 persone, mentre agli altri naufraghi è stata negata la possibilità di raggiungere il suolo italiano. Sono ormai due giorni, infatti, che la nave si trova al porto di Lampedusa e a bordo restano ancora 43 persone. Il ministro degli Interni ha ribadito: “Per me può stare lì per settimane, per mesi, fino a capodanno”. In occasione di un comizio in Liguria, Matteo Salvini ha litigato con una giornalista di Sky che chiedeva al ministro un resoconto della situazione. Vediamo cosa è successo.

Lo scontro con la giornalista

Il vicepremier Matteo Salvini era in Liguria per un comizio elettorale. Una giornalista di Sky, Monica Napoli, ha chiesto un resoconto sulla situazione della nave Sea Watch al ministro, che ha dichiarato: “Ci sono persone a bordo per scelta di questi delinquenti, per scelta di questi sequestratori di esseri umani. Bambini, donne incinte e malati scendono, questi delinquenti risponderanno alle loro coscienze di eventuali problemi. Questi dovevano andare in Libia, potevano andare in Tunisia o a Malta: sono arrivati in Italia. L’hanno chiesto loro il porto alla Libia, la Libia lo ha dato e loro hanno disobbedito”. A seguito delle insistenze da parte della giornalista, Salvini ha risposto scocciato: “Lei fa politica? Se lei fa domande io do risposte, se lei fa politica si candidi con la sinistra e fa politica, ok?”.

Chi ha ragione?

Salvini afferma, in modo corretto, che Sea Watch ha contattato le autorità libiche, ma non precisa che lo ha fatto per “tecnicismo” anziché per chiedere un porto sicuro. La Libia, infatti, soprattutto in questo periodo non è considerata un territorio sicuro a causa dei numerosi conflitti interni. Quindi se la Ong avesse riportato i migranti nel loro territorio d’origine, avrebbe commesso un grave errore. Un portavoce della Commissione europea aveva infatti dichiarato che “tutte le imbarcazioni che navigano con bandiera Ue sono obbligate a rispettare il diritto internazionale quando si tratta di ricerca e soccorso. Cosa che comprende la necessità di portare le persone salvate in un porto sicuro. La Commissione ha sempre detto che queste condizioni attualmente non ci sono in Libia”.