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Maturità, i risultati dei politici italiani al tempo del diploma

politici italiani

L'esempio offerto dalle scelte scolastiche dei nostri politici ci insegna che non è necessario stabilire una coerenza tra studi e carriera.

Il 19 giugno saranno oltre 520 mila i ragazzi impegnati con gli esami di maturità. L’agognato diploma è un rito di passaggio al quale non si può prescindere e ognuno conserva il ricordo vivo di quelle notti passate a studiare. Infatti, nonostante molti raccontino di aver sostenuto con tranquillità le prove, non c’è dubbio che un po’ di ansia abbia riempito quei momenti. Stress, vuoti di memoria, speranze, ambizioni: tutti desiderano superare al meglio questa tappa e la paura è la prova della sua importanza. Ma quanto incide realmente il voto di maturità sulla carriera professionale? O meglio, è necessario ottenere il massimo dei voti per arrivare a ricoprire cariche istituzionali? Probabilmente no. Infatti, molti dei rappresentanti politici italiani hanno ammesso pubblicamente di aver superato l’esame senza eccellere. Tuttavia, oggi occupano posizioni di rilievo nonostante totalmente discordanti rispetto agli studi seguiti.

Maturità e carriera professionale

Negli ultimi giorni sono comparse sui social le pagelle e i risultati di maturità dei principali esponenti politici italiani: balzano all’occhio il 100/100 di Luigi Di Maio, ma soprattutto il 40/60 del ministro dell’Istruzione Bussetti. Il vero scalpore però, è la distanza tra il percorso di studi e la carriera professionale intrapresa. Infatti, la maggior parte dei nostri rappresentanti si è dedicata alla politica nonostante gli studi in ambito tecnico. Questo sembrerebbe delegittimare l’importanza dell’esame di stato: conta davvero ottenere buoni voti? I risultati, i numeri, le conoscenze sono vincolanti per la carriera futura? Vediamo nel dettaglio come i nostri rappresentanti istituzionali hanno trascorso le loro giornate di esami e soprattutto quali percorsi scolastici hanno scelto prima di “scoprire” il mondo della politica.

Luigi Di Maio, vicepremier

L’esponente pentastellato ha raccontato in prima persona il suo esame di maturità, svolto presso il Liceo Vittorio Imbriani di Pomigliano. “Ho sostenuto l’esame nel 2004, con un anno di anticipo rispetto ai canonici 18 anni, e portai una tesina sulla Scelta nella Storia, ovvero le grandi “sliding doors” che hanno spostato il normale corso degli eventi. L’elaborato scritto era, invece, un tema sull’Europa, sui suoi valori, mi pare di ricordare. La notte prima degli esami l’ho passata studiando. Ci tenevo troppo per andare a divertirmi. E la mattina dopo lo dimostrai: mi presentai all’esame con la giacca. Sotto portavo una semplice t-shirt, ma volevo riconoscere il massimo dell’importanza a quell’appuntamento. Ai professori che mi chiesero spiegazione per quel look risposi così: è per dare autorevolezza a questa occasione”. Alla fine, il giovane Di Maio ottenne il massimo dei voti: 100/100.

luigi di maio

Oggi, il leader del Movimento 5 stelle porta avanti l’idea del cambiamento sia all’interno della nazione sia a livello di istituzioni europee. Da ragazzo aveva scritto un tema sui valori a fondamento della comunità europea; oggi, invece, intende modificare alcuni pilastri che tengono uniti i 28 stati. Nonostante i toni pacati rispetto ad alcuni anni fa (quando M5s chiedeva il referendum sull’euro e si considerava anti-europeista), il partito di Luigi Di Maio rimane tra i sovranisti europei.

Matteo Salvini, vicepremier

Il leader del Carroccio ricorda i suoi anni liceali al Manzoni di Milano con molta nostalgia: “Ragazze e ragazzi, in bocca al lupo per la maturità! Un po’ vi invidio e se potessi tornerei agli anni del Manzoni a Milano, con i miei italiano e latino allo scritto, greco e storia all’orale, e un 48 finale”. Il vicepremier leghista aveva scelto un percorso classico per poi proseguire gli studi in Scienze Politiche presso l’Università di Milano. Gli anni accademici, però, gli faranno cambiare idea, portandolo alla facoltà di Scienze Storiche, dove si fermerà a cinque esami dalla tesi finale. Almeno gli studi che aveva scelto rispecchiavano (in parte) la sua ambizione.

salvini

Oggi Matteo Salvini è un personaggio controverso: lotta per la chiusura dei porti, intende ridurre l’immigrazione e anche lui tenta di cambiare l’Europa. Inoltre, non ha paura di esprimere la sua opinione, nemmeno se si tratta di andare contro a giornalisti, scrittori o altri colleghi politici. Una notizia di pochi giorni fa riguardava la sua proposta di introduzione di crediti formativi per gli studenti donatori sangue. Ovviamente si tratta di una concessione impensabile che andrebbe ad alimentare le discriminazioni all’interno degli istituti. Tuttavia, Salvini aveva ironizzato sulla questione: “Ai tempi per l’esame di Letteratura italiana avrei donato tre litri di sangue pur di avere qualche credito”. E infatti ha deciso di abbandonare la carriera universitaria per privilegiare il suo carisma politico.

Giuseppe Conte, capo del Governo

Il premier Giuseppe Conte non spende molte parole per commentare il suo esame di maturità: infatti, il suo 60 parla da solo. Massimo dei voti anche per lui, dunque, che ha studiato al liceo classico Pietro Giannone verso gli inizi degli anni Ottanta. Dopo aver conseguito la maturità classica a pieni voti, inoltre, il premier si è laureato in Giurisprudenza presso l’università La Sapienza di Roma. Anche in questo caso 110 e lode. Prima di arrivare alla presidenza del Consiglio ha svolto un ulteriore ciclo di studi sul diritto, l’economia e la finanza. Un percorso lineare e ricco di soddisfazioni.

giuseppe conte

Roberto Fico, presidente della Camera

Il presidente della Camera dei Deputati ha preso 40 alla maturità, “ma al di là del voto, di cui poi fui contento, la cosa importante di quell’esame è che è la struttura di quello che vuoi fare nella vita” ha confessato. La sua notte prima degli esami l’ha passata nel migliore dei modi: in compagnia del migliore amico, a casa per preparare alcuni appunti da consultare nel corso delle prove. Infine, però, si è affidato solo alle sue conoscenze. Il suo consiglio per questo esame di maturità, infatti, è: “Non bisogna copiare niente ma scrivere quello che si ha dentro”. In effetti non sarà un numero a cambiare le sorti e le opportunità del futuro. Purtroppo, però, emergono delle incongruenze sugli studi del presidente: infatti, dopo la maturità si è laureato in Scienze della Comunicazione.

roberto fico

Marco Bussetti, ministro dell’Istruzione

Il risultato degli esami svolti dal Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha lasciato senza parole moltissime persone. Infatti, lui stesso ricorda la sua performance così: “Un giorno da pecora”. L’istituto che ha frequentato era l’Isef con specializzazione elettrotecnica, poi è diventato insegnante di ginnastica. Un percorso completamente staccato dal mondo istituzionale nel quale, però, ricopre la veste di ministro dell’Istruzione in linea con la carriera passata. Il suo voto alla maturità è stato 40/60.

Altri risultati

A dichiarare pubblicamente l’esito degli esami di fine liceo è stato anche Danilo Toninelli: il suo voto finale è 54/60. Virginia Raggi, invece, ha frequentato il liceo scientifico presso l’istituto Newton a Roma: l’esame di stato, nel 1997, l’ha superato con ottimi voti, 55/60. Infine, Nicola Zingaretti, il neo segretario del Partito Democratico, ha conseguito il diploma presso l’istituto odontotecnico De Amicis di Roma. Il voto finale non lo annuncia, ma racconta di aver proseguito la carriera accademica alla Sapienza dedicandosi a lettere e filosofia. Purtroppo, però, ha dato solo tre esami prima di scoprire il mondo della politica.

Sembra chiaro, quindi, che il risultato numerico dell’esame di maturità e il percorso scolastico scelto incida ben poco sulle prospettive lavorative future. Ciò che conta in misura maggiore è la forza di volontà e il coraggio di affrontare anche i percorsi più insidiosi. La scelta di proseguire gli studi o di fermarsi al diploma è puramente soggettiva: infatti, come insegna il percorso del premier Conte, esistono diversi corsi di specializzazione che possono permettere l’accesso alle professioni più varie. Salvini, invece, porta a riflettere sulle proprie caratteristiche e punti di forza: il carisma, ad esempio, è ciò che i suoi elettori apprezzano di più. Bisogna sfruttare al meglio le proprie potenzialità per dimostrare al mondo cosa si è in grado di fare. Infine, il ministro Bussetti dimostra che raggiungere obbiettivi ambiziosi non è impossibile nemmeno per coloro che a scuola hanno sempre avuto difficoltà.

Non sono pochi i commenti raccolti intorno agli hashtag ufficiali della maturità 2019. Uno dei più belli è sicuramente l’invito a godersi questi giorni che si ricorderanno per tutta la vita, come scrive un utente su Twitter. “Godetevi l’ansia, le lacrime, le risate, i compagni, tutto. Vi mancherà tutto questo. Il voto, quel numerino ormai diventato inutile, deve essere l’ultimo dei vostri pensieri. Un numero non dirà mai chi siete in realtà”.