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Don Giorgio De Capitani, il prete anti-Salvini: "Bisogna ammazzarlo"

Don Giorgio De Capitani, prete contro Salvini

"Salvini dice che bisogna difendersi ammazzando un ladro, io dico di difendersi ammazzando lui che considero un ladro di democrazia".

Non ha peli sulla lingua don Giorgio De Capitani, il prete che più che per le sue parole evangeliche è noto per i suoi attacchi a Matteo Salvini e per i suoi ragionamenti che spesso lo portano a posizioni estreme. Come quella espressa ai microfoni di La Zanzara su Radio 24. Intervistato da Giuseppe Cruciani, il sacerdote ha presentato agli ascoltatori un sillogismo paradossale: “Se spero veramente nella morte di Salvini? Era una cosa paradossale per dire che come Salvini sbaglia quando gode che un negoziante uccide una persona, così io sbaglio dicendo che bisogna ammazzare Salvini. Sto dicendo che il mio ragionamento è sbagliato, così capirà che anche il suo è sbagliato”.

“Salvini pezzo di m***a”

Un pensiero errato, sì, ma senza nulla togliere alle riserve che il prete nutre nei confronti del ministro dell’Interno: “Salvini mette sempre quei post dicendo che hanno fatto bene ad ammazzare il ladro, dai… È un pericolo per la democrazia. L’ho definito più volte un pezzo di m***a, ma non ho detto di farlo fuori, perché via Salvini e ne arriverà un altro che è peggio. Il problema è il popolo, chi lo vota ragiona con la pancia. Quando lui dice che bisogna difendersi anche ammazzando un ladro, io allora dico che bisogna che anche io mi difenda ammazzando te che considero un ladro di democrazia. Ma è un puro ragionamento. Ci rendiamo conto che siamo in mezzo a una massa di cretini che non sanno neppure leggere tra le righe di chi si esprime?”.

Tra le vittime degli attacchi del sacerdote c’è anche Mario Giordano. Lo scrittore, che lo ha recentemente attaccato in un articolo, gli fa “pena, per l’amor del cielo”.

Tra la Chiesa e la sinistra

I toni di don Giorgio non sono esattamente quelli a cui la Chiesa ha abituato i fedeli e c’è chi si chiede se per questi suoi attacchi il prete non rischia di essere rimproverato dai suoi superiori o persino espulso. “Scherzate? Perderei fra le altre cose anche la pensione? E chi se ne frega! Pensate che mi lasci intimorire da ‘ste robe qua?”, è la sua risposta.

Del resto, che si tratti di un ecclesiastico sui generis lo si capisce anche dalle sue preferenze politiche e dal segno che ammette candidamente di aver tracciato sulla scheda elettorale alle ultime consultazioni: “Ho votato Pd turandomi il naso. Ho sempre votato per la sinistra, il male minore. Una volta persino per Bertinotti”.