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Il monito degli Usa a Salvini: "Completare il Tap"

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Per la Casa Bianca il gasdotto dall'Azerbaigian all'Italia ha una funzione strategica per diminuire l'influenza della Russia sull'Europa.

Immigrazione ed economia: sono questi gli argomenti che, secondo Matteo Salvini, sarebbero stati sul tavolo durante il suo colloquio con il vicepresidente statunitense Mike Pence, nel corso della sua visita a Washington. Ma c’è una questione che il leader leghista non aveva calcolato e che invece è sembrato interessare parecchio gli americani. Si tratta del Tap, rivelano fonti citate da Repubblica. Il gasdotto che dovrebbe portare in Italia, e dunque al resto d’Europa, il gas proveniente dall’Azerbaigian ha, negli occhi della Casa Bianca, un’importante funzione anti-russa, riducendo l’influenza che Mosca esercita sul continente dal punto di vista energetico.

Il gasdotto anti-Russia

Il Tap è uno dei tanti progetti sui quali si è consumato lo scontro tra gli alleati di governo. Dopo il superamento delle resistenze del Movimento Cinque Stelle lo scorso autunno, sembrava che la Lega avesse ottenuto il via libera alla realizzazione. Ma la costante tensione tra leghisti e grillini preoccupa gli Stati Uniti, che temono un improvviso capovolgimento della situazione a favore dei No Tap. Veri e propri stop al progetto non si sono verificati negli ultimi mesi, ma gli americani guardano con preoccupazione alcuni eventi recenti.

Il primo è la presentazione di due ricorsi al Tribunale di Lecce sulla possibilità di applicare al progetto del gasdotto la direttiva europea Seveso. Così, attraverso una lunga serie di procedure per prevenire i disastri ambientali, gli oppositori potrebbero riuscire a dilatare i tempi di realizzazione, elevando gli standard di sicurezza. Al momento, tuttavia, l’applicazione della direttiva è stata giudicata inappropriata in ogni sede competente. Il secondo elemento di preoccupazione per gli Usa è rappresentato dal ritrovamento di metalli nella falda acquifera nei pressi delle zone dei lavori. Anche su questo, come sul primo punto, si attende il responso dei giudici competenti, che dovrebbe arrivare dopo l’estate.

“Whatever it takes”

Infine, la Casa Bianca non vede di buon occhio neppure la Commissione Valutazione Impatto Ambientale, che sarà chiamata a esprimere un giudizio sul progetto. Per avere il via libera definitivo, il Tap dovrà ottenere semaforo verde per cinque “verifiche di ottemperanza ambientale”. A preoccupare gli Usa sono i tempi con cui la Commissione sta procedendo, forse a causa dei mai sopiti malumori del M5S nei confronti del gasdotto. Il risultato è un dossier finito tra le mani di Salvini e un monito dal vice americano a quello italiano: completare il progetto “whatever it takes“, anche a costo di minare il già precario equilibrio politico.