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Conte al G20, verso la chiusura del negoziato con l'Ue

Conte G20

Tra le ipotesi al vaglio della Commissione ci sono il rinvio del dossier a ottobre e la sua archiviazione in cambio di garanzie sul 2020.

“Continuano senza sosta i lavori del G20 qui a Osaka, tra le sessioni plenarie e gli incontri a margine con i leader degli altri Paesi. Prima di ripartire per Roma terrò una conferenza stampa per aggiornarvi sull’esito del summit, a più tardi”. Così il premier Giuseppe Conte commenta, sui canali social ufficiali, la sua partecipazione al vertice delle maggiori potenze mondiali in Giappone. Un’occasione chiave per l’Italia, in particolare nell’ottica della delicata trattativa con l’Unione europea per evitare la procedura di infrazione.

Le ipotesi sul tavolo

Cambia lo scenario, da Bruxelles a Osaka, ma non la sostanza: evitare per l’Italia pesanti sanzioni che potrebbero minare gravemente la sua già instabile situazione economica. È questo l’obiettivo del premier Conte al G20, un obiettivo che, riportano fonti citate dall’Ansa, appare sempre più vicino. Secondo attendibili indiscrezioni, sarebbero due le ipotesi al vaglio dei commissari. Da un lato c’è l’eventualità di una temporanea sospensione, almeno fino a ottobre, in attesa della manovra economica prevista per l’autunno. Dall’altro, la possibilità di una chiusura definitiva del dossier nel caso di garanzie sulla previsione della spesa per il 2020.

“La partita va chiusa entro lunedì”, commentano fonti vicine al premier. Una volta terminato il G20, Conte affronterà la questione prima nel Consiglio europeo di domenica 30 giugno e successivamente durante la riunione della Commissione, prevista per lunedì. In quell’occasione i commissari dovranno pendere una decisione, in attesa della ratifica dell’Ecofin, l’8 e il 9 luglio.

A rischio la flat tax

Ma l’ipotesi dell’archiviazione, che certamente metterebbe in salvo l’Italia dal rischio della procedura, rischia di dare vita all’ennesimo scontro all’interno del governo. A mostrare scontento sarebbero certamente i membri della Lega, dal momento che il primo provvedimento a saltare per ottenere le garanzie sarebbe la flat tax. Del resto, in più occasioni l’Unione ha mostrato non poca perplessità nei confronti della tassa piatta salviniana e vedrebbe dunque con favore il suo depennamento dai programmi di governo.