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Sea Watch, Conte: "La legge va rispettata, che piaccia o no"

Conte Sea Watch

Il premier, a Osaka in occasione del G20, ha commentato l'approdo della nave a Lampedusa e l'arresto della capitana Carola Rackete.

La notizia dell’approdo della Sea Watch a Lampedusa, dello sbarco dei migranti a bordo e dell’arresto della capitana Carola Rackete ha raggiunto il premier Giuseppe Conte mentre si trova in Giappone, in occasione del G20 di Osaka. Il primo commento sulla questione è stato rilasciato dal presidente del Consiglio durante la conferenza stampa indetta prima della sua partenza per Roma, per far luce su quanto emerso dal summit con i leader delle potenze mondiali. A proposito delle incriminazioni a carico della comandante della nave, Conte si è definito “un buon profeta” e ha dichiarato: “La legge esiste, che piaccia o no“.

Le parole di Conte da Osaka

La sua profezia sulla capitana Carola e il suo equipaggio si è avverata “non perché avessi avuto una soffiata da qualche Procura. Semplicemente perché da giurista, conoscendo i provvedimenti che erano stati adottati e avendo contezza della violazione che veniva compiuta, prefiguravo delle responsabilità penali“, ha dichiarato il premier Conte. “Non voglio sostituirmi a chi ha competenza a verificare e ad accertare tali responsabilità penali in concreto”, ha aggiunto. “Dico semplicemente che adesso spetta alla magistratura applicare le nostre leggi, che ci sono, che piacciano o non piacciano“.

“Comportamento inaudito”

Al suo arrivo a Osaka, il capo del governo aveva infatti già risposto alle domande dei cronisti sulla condotta di Carola Rackete, ricorda Il Fatto Quotidiano. Il comportamento della capitana era stato definito dal premier “di una gravità inaudita. A questo punto, la responsabilità non è più della politica ma della magistratura italiana”, lasciando intendere che la comandante della Sea Watch sarebbe andata incontro a conseguenze penali per le sue azioni.