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Il senatore De Falco sul caso Sea Watch: "la nave non doveva fermarsi"

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Il senatore del gruppo misto (ex M5S) rigetta la tesi secondo cui la nave avrebbe dovuto fermarsi, auspicando la liberazione della capitana Rackete.

Nella spinosa vicenda della nave Sea Watch 3 interviene un interlocutore d’eccezione, l’ex comandante della Guardia Costiera Gregorio De Falco. L’eroe del caso Costa Concordia ed ex senatore del Movimento 5 Stelle – ora passato al gruppo misto – ha infatti voluto esprimere la sua opinione in merito all’arresto della capitana Carola Rackete. La Rackete è stata infatti tratta in arresto nelle prime ore di sabato 29 giugno dopo essere finalmente sbarcata nel porto di Lampedusa dopo 17 giorni in mare aperto.

“La nave non era tenuta a fermarsi”

Secondo De Falco le accuse mosse nei confronti della Rackete sarebbero pretestuose. Svolgendo un servizio di emergenza infatti, la Sea Watch 3 non sarebbe stata tenuta a fermarsi all’alt dell navi della Guardia di Finanza: “L’arresto di Carola Rackete è stato fatto per non essersi fermata all’alt impartito da una nave da guerra. Ma la nave da guerra è altra cosa, è una nave militare che mostra i segni della nave militare e che è comandata da un ufficiale di Marina, cosa che non è il personale della Guardia di Finanza. Non ci sono gli estremi. La Sea Watch è un’ambulanza, non è tenuta a fermarsi, è un natante con a bordo un’emergenza. La nave militare avrebbe dovuto anzi scortarla a terra”.

De Falco prosegue poi spiegando come l’attraccare al porto di Lampedusa fosse l’unica alternativa al rimanere ad oltranza in mare aperto, rischiando una possibile tragedia: “La Sea Watch non avrebbe potuto andare in altri porti. Il più vicino è Lampedusa e non aveva alcun titolo a chiedere ad altri, sebbene lo abbia fatto. Ha atteso tutto quello che poteva attendere finché non sono arrivati allo stremo; a quel punto il comandante ha detto basta ed è entrata per senso di responsabilità. È perverso un ordinamento che metta un uomo, o una donna in questo caso, di fronte a un dramma di questo tipo. Quella nave aveva un’emergenza e aspettava da troppo”.

Tenendo conto di ciò, De Falco conclude il suo intervento auspicando una pronta liberazione della capitana: “Fatti gli accertamenti da parte della Procura, dovrà tenersi conto del fatto che non ci sono gli estremi giuridici per tenere in stato di fermo la comandante Carola Rackete. Dovrà essere liberata per civiltà giuridica e umana”.

L’attacco a Matteo Salvini

Già in un post dello scorso 26 giugno, pubblicato sulla sua pagina Facebook ufficiale, il senatore De Falco prese esplicitamente posizione contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini, spendendo invece parole di elogio per la capitana Rackete: “Il ministro dell’Interno che urla sguaiatamente dispone degli strumenti atti a contrastare l’ingresso dei migranti irregolari, che invece quotidianamente fanno ingresso, decine e decine, senza alcuna regola od ordine, mentre si accanisce contro i 42 naufraghi a bordo della Sea Watch, vittime anche mediatiche della costante propaganda, e per i quali, come è noto, è possibile una immediata ricollocazione. Il Comandante Carola Rackete è persona di alta dignità morale, dimostra una considerevole forza e coerenza rispetto alle responsabilità del proprio ruolo di Comando. Altri scappano dalle responsabilità, lei invece le assume su di sé, coraggiosamente!