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Salvini, nuova direttiva sulle scorte. A rischio quella di Saviano?

Salvini Saviano

Dopo l'annuncio la firma. Matteo Salvini firma la direttiva che modifica i criteri per l'assegnazione delle scorte. Il pensiero va a Roberto Saviano.

Matteo Salvini firma una nuova direttiva sulle scorte con l’obiettivo di rendere i criteri per l’assegnazione “più stringenti”. Il Viminale precisa che queste decisioni rientrano in atti amministrativi e non politici, ma il primo pensiero va a Roberto Saviano.

Matteo Salvini aggiorna criteri per le scorte

“Siamo impegnati per garantire la massima tutela per chi è davvero a rischio, ma siamo determinati a recuperare centinaia di donne e uomini delle Forze dell’Ordine per assicurare la sicurezza a tutti gli altri cittadini” afferma su Facebook Matteo Salvini.

Il ministro dell’Interno l’8 luglio 2019 ha firmato infatti una nuova direttiva sulle scorte. Come viene spiegato in una nota del Viminale, il provvedimento mira a razionalizzare le misure di protezione esistenti e a fornire criteri più stringenti per un’analisi rigorosa delle situazioni che richiedono le tutele personali. L’obiettivo è rendere più efficiente il servizio sia per personale impiegato che per risorse utilizzate.

Nella stessa viene poi precisato che ci sono appositi uffici competenti a decidere sulle scorte e che le assegnazioni rientrano in atti amministrativi e non politici. Il primo pensiero infatti va a Roberto Saviano, poiché Salvini in passato ha messo in dubbio l’effettiva necessità del servizio di sicurezza imposto allo scrittore.

La scorta a Roberto Saviano

Il 29 maggio, dopo aver mandato “un bacione” a Saviano, il ministro dell’Interno aveva annunciato infatti di stare lavorando “a una revisione dei criteri per le scorte” assicurando però che non sarebbe intervenuto “su casi personali” perché l’aggiornamento sarebbe stato fatto “in maniera tecnica e obiettiva e non in maniera politica per simpatia o antipatia“.

Per il momento la scorta all’autore di Gomorra non è stata revocata, anche se da quanto al ministero dell’Interno c’è il leader leghista il numero di agenti utilizzati sia per le scorte personali che per le vigilanze fisse è stato ridotto del 9 per cento. Al 1 giugno 2019 infatti sono 569 le misure di sicurezza in atto, la maggior parte delle quali nel Lazio e solo in seconda posizione c’è la Sicilia.