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Di Maio su ArcelorMittal: "Non ci sarà immunità penale"

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"Nessuna persona in questo paese potrà mai godere di una immunità per responsabilità di morti sul lavoro o disastri ambientali"

Il vicepremier Luigi Di Maio ha ribadito la sua posizione riguardo le richieste dell’azienda ArcelorMittal. Dopo la riunione con i dirigenti e i sindacati, Di Maio ha fatto trapelare la sua idea sul caso dell’ex Ilva di Taranto.

Le parole del vicepremier

Il ministro dello Sviluppo, Luigi Di Maio, ha espressamente chiuso e tarpato le ali alle richieste di ArcelorMittal sulla situazione dell’ex Ilva di Taranto. Il vicepremier ha comunicato: “Voglio essere ben chiaro. Non esiste alcuna possibilità che torni l’immunità penale per gli amministratori dello stabilimento pugliese”.

Inoltre Di Maio ha precisato: ” In questi mesi di interlocuzione ho sempre detto ad ArcelorMittal che la dirigenza dell’azienda non ha nulla da temere dal punto di vista legale se dimostra buona fede continuando nell’attuazione del piano ambientale”.

Deciso e fermo, il ministro dello Sviluppo che conclude con un arringa degna di nota: “Se si chiede di precisare questo concetto attraverso interpretazioni autentiche anche per norma, siamo assolutamente disponibili. Ma nessuna persona in questo paese potrà mai godere di una immunità per responsabilità di morti sul lavoro o disastri ambientali“.

Gli accordi di ArcelorMittal

La mattina del 9 Luglio 2019 è stato pubblicato un accordo tra ArcelorMittal sullo stabilimento ex Ilva. In sintesi il contratto può essere rescisso e i rami d’azienda restituiti in caso venissero cambiate le regole. Il testo dell’accordo di modifica del contratto di affitto risale a Settembre 2018 e all’articolo 27 recita che l’affittuario ha diritto di rescindere il contratto nel caso in cui cambi il quadro giuridico che rappresenta il contesto in cui si è svolta l’asta. Nello stesso accordo troviamo un altro passaggio che recita: “L’affittuario potrà altresì recedere dal contratto qualora un provvedimento legislativo o amministrativo, non derivante da obblighi comunitari, comporti modifiche al Piano Ambientale come approvato con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 29 settembre 2017 che rendano non più realizzabile, sotto il profilo tecnico e/o economico, il Piano Industriale».