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Berlusconi "Si al taglio parlamentari ma senza uccidere la democrazia"

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Silvio Berlusconi non è contrario al taglio parlamentari, ma ritiene che "con questa legge si sta scippando agli italiani una quota di democrazia".

Giovedì 11 luglio il Parlamento ha approvato a maggioranza la riforma sul taglio dei parlamentari: grazie a questo traguardo verranno tolte 345 poltrone. Forza Italia, però, non si è espresso sul provvedimento in aula e in queste ore si scaglia contro la legge votata da Lega e Movimento 5 stelle. Silvio Berlusconi, infatti, chiarisce in una nota che il suo partito aveva già lanciato la proposta in passato. La critica del Cavaliere riguardo questa legge è che comporta l’uccisione della democrazia, la cancellazione della rappresentanza territoriale e delle minoranze. Vediamo nel dettaglio le sue motivazioni.

Berlusconi e il taglio dei parlamentari

Silvio Berlusconi e Forza Italia non si sono espressi in aula sulla legge che intende tagliare il numero di parlamentari italiani. Tuttavia, in una nota diffusa nelle ultime ore, il Cavaliere specifica che “Forza Italia non è affatto contraria alla riduzione del numero dei parlamentari. Al contrario, in passato proprio noi abbiamo proposto e votato in due occasioni leggi costituzionali che riducevano i membri di Camera e Senato, in misura simile a quella contenuta nella proposta approvata dal Senato”. Nonostante la sua astensione, però, la riforma è passata. Le motivazioni di Berlusconi riguardo l’astensione sono chiare: “Con questa legge, con il nobile pretesto della riduzione dei parlamentari, si sta scippando agli italiani un’altra quota di democrazia. Per questo, pur condividendo l’obbiettivo dichiarato, ci siamo rifiutati di partecipare alla votazione“.

Uccisione della democrazia

A riguardo Berlusconi dichiara: “Oggi diciamo che si dovrebbe essere anche più ambiziosi, arrivando al dimezzamento netto del numero degli eletti. Bisogna farlo però senza uccidere la democrazia, senza cancellare la rappresentanza dei territori e delle minoranze. E’ esattamente quello che si realizza invece con la legge votata oggi: in intere regioni solo la maggioranza potrà eleggere parlamentari”. Il Cavaliere, infatti, ritiene che con questa legge in alcuni territori italiani si registreranno soglie di sbarramento tra il 10% e il 20%. Per questo motivo, prosegue il Cavaliere, “per noi dev’essere accompagnata da una riforma elettorale i cui criteri siano indicati in Costituzione, una riforma che garantisca le minoranze in tutte le regioni italiane”.