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Lega, inchiesta sui fondi russi: Savoini non risponde ai pm di Milano

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Gianluca Savoini ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere, aspettando che vengano depositati gli atti giudiziari dell'inchiesta.

Si è risolto in un nulla di fatto l’interrogatorio di Gianluca Savoini davanti ai pm della procura di Milano. L’uomo, indagato per la vicenda dei finanziamenti russi alla Lega, si è infatti avvalso della facoltà di non rispondere. La notifica che annunciava l’invito a comparire davanti ai pubblici ministeri era giunta nella mattinata del 15 luglio all’avvocato di Savoini, presidente dell’Associazione Culturale Lombardia Russia.

Le domande sui fondi russi

La richiesta di interrogatorio era stata avanzata dai pubblici ministeri alla fine di un vertice nell’ufficio del procuratore aggiunto di Milano Fabio De Pasquale. L’obiettivo dell’incontro con Savoini sarebbe dovuto essere quello di chiarire le modalità dietro ai presunti finanziamenti russi a favore del partito di Matteo Salvini. L’incontro, tenutosi nella sede del Nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano, non ha però sortito i risultati sperati, con Savoini che non ha risposto alle domande dei pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro.

Intanto, Savoini ha nominato un legale di fiducia che si occuperò di difenderlo durante l’inchiesta. Lo stesso legale ha poi dichiarato che Savoini intende aspettare il deposito degli atti giudiziari prima di rispondere a qualsiasi tipo di domanda.

L’altro uomo dell’Hotel Metropol

Prossimamente verrà inoltre interrogato anche Gianluca Meranda, l’avvocato che nei giorni scorsi ha confermato la sua presenza al famigerato incontro dell’Hotel Metropol di Mosca. Proprio l’incontro in cui Savoini e alcuni uomini d’affari russi avrebbero discusso in merito ai finanziamenti alla Lega in vista delle Elezioni Europee del 2019. In una lettere, Meranda infatti spiega: “Di aver partecipato alla riunione del 18 ottobre 2018 a Mosca in qualità di General Counsel di una banca d’affari anglo-tedesca debitamente autorizzata al commodity trading ed interessata all’acquisto di prodotti petroliferi di origine russa”. L’avvocato si è comunque detto: “Pronto a rispondere ai giudici sull’incontro.”