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Lega, i 49 milioni da restituire allo Stato sono diventati 18

Lega 49 milioni

I 49 milioni di rimborsi elettorali che il partito di Matteo Salvini deve restituire allo Stato si sono ridotti a 18,4.

Dopo il miracolo elettorale alle scorse elezioni europee, il partito di Matteo Salvini è stato in grado di compiere anche un miracolo finanziario. I 49 milioni che la Lega deve restituire allo Stato sono diventatai 18,4. A rivelarlo è il bilancio del Carroccio per l’anno 2018, in cui si legge che “l’importo originale di 48.969.617 oggetto del provvedimento penale è stato iscritto alla voce ‘altri debiti’ al valore attualizzato di 18.421.587,67 milioni“. Tale è la cifra risultante “al netto dei 3,35 milioni già sequestrati sui conti correnti della Lega Nord”.

Lega, i 49 milioni diventano 18

Nel settembre 2018, la Lega ha stretto un accordo sui 49 milioni con la Procura di Genova. Il compromesso autorizza il Carroccio a un pagamento dilazionato. Più precisamente, consente al partito di restituire la somma, risultante dal vecchio finanziamento elettorale, in comode rate annuali da 600 mila euro, a interessi zero, per la durata complessiva di 75 anni.

Il bilancio della Lega e le vicende legate ai 49 milioni sono sotto la lente di ingrandimento del mondo politico e giudiziario, in un momento particolarmente delicato per i conti del Carroccio. Le casse del partito di Matteo Salvini sono sorvegliate speciali, nell’ambito dell’inchiesta sui fondi russi alla Lega con un presunto guadagno di 65 milioni di euro, da utilizzare nella campagna elettorale europea. Accordi che secondo il ministro dell’Interno non sarebbero mai avvenuti e, per questo, “i magistrati possono cercare finché vogliono, non troveranno un rublo“. Con orgoglio Salvini ha sottolineato che “i bilanci sono in ordine”, ma, del resto, difficilmente i dirigenti del partito avrebbero scelto di inserire presunti finanziamenti illeciti all’interno di un bilancio ufficiale che, ha ricordato lo stesso vicepremier, “è pubblico”.

Il bilancio della Lega

Dal bilancio emerge anche un anno caratterizzato da un “robusto incremento del consenso attivo sul territorio che ha garantito al partito un sensibile incremento di proventi attivi”. Dall’altro, appare evidente l’ormai avvenuto passaggio dalla “Lega Nord per l’Indipendenza della Padania” e la nuova Lega di Salvini. Il partito nato con Umberto Bossi chiude l’anno con un disavanzo di esercizio pari a 16,5 milioni di euro. Ma, se non ci fossero stati i 18,4 milioni da restituire allo Stato, i leghisti avrebbero potuto ricordare il 2018 come un anno estremamente positivo.

Guadagna anche la Lega per Salvini premier, i cui dipendenti passano da 2 a 3 e che ha ottenuto 390 mila euro dai contributi degli eletti e di altre persone giuridiche e 2 milioni attraverso il 2 per mille.