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Toninelli su Borsellino, il tweet: "L'esempio di Paolo è sempre vivo"

Toninelli su Borsellino

"L'esempio di Paolo e dei suoi uomini è sempre vivo in noi e nella nostra azione di tutti i giorni", così Toninelli su Borsellino

Era il 19 luglio del 1992. L’Italia, ancora incredula e forse non pienamente consapevole del potere di Cosa Nostra che con 200 chili di tritolo aveva dichiarato guerra ai suoi “nemici”, si preparò a rivivere lo stesso copione. Fumo, lamiere, resti corpi devastati, gente impaurita accorsa nella zona. Amara e affranta consapevolezza di chi ha capito che anche l’ultimo baluardo della lotta alla mafia è stato messo a tacere per sempre. A 27 anni dalla strage di via D’Amelio, Danilo Toninelli su Borsellino: “L’esempio di Paolo è sempre vivo”.

Il lavoro era cominciato a Capaci e fu completato a Palermo, cinquantasette giorni dopo, in via Mariano D’Amelio. Dopo Giovanni Falcone era la volta di Paolo Borsellino. E lui lo sapeva: il suo destino appariva drammaticamente scritto. “Ora tocca a me”, ripeteva. Nei giorni successivi alla morte del collega, aveva capito. Aveva saputo che a Palermo era arrivato il tritolo che lo avrebbe ucciso. La scorta saltò in aria proprio come l’obiettivo che avrebbero dovuto proteggere.

Toninelli su Borsellino, il tweet

In occasione del 27esimo anno della morte di Paolo Borsellino, tra commemorazioni, ricordi ed eventi istituzionali, anche Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha dedicato un tweet al magistrato siciliano.

“L’esempio di Paolo e dei suoi uomini è sempre vivo in noi e nella nostra azione di ogni giorno. Perché l’amore per la cosa pubblica e la legalità si pratica in ogni scelta, in ogni decisione. Contro tutte le mafie. Grazie a Borsellino e a tutti i veri servitori dello Stato”, scrive su Twitter. Nonostante il ricordo espresso dal ministro grillino, a molti utenti non è passato inosservato il tono informale da lui utilizzato. Parecchi, infatti, hanno manifestato dichiarazioni di protesta e qualcuno ha tenuto a sottolineare che il fatto di chiamare per nome personaggi pubblici molto importanti sia una consuetudine piuttosto diffusa tra gli esponenti del Movimento 5 Stelle.