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Autonomia, nuovo stop: nessun incontro a Palazzo Chigi

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È nuovamente stop per la questione dell'autonomia. Incontri con Conte saltati per "motivi di agenda"

L’iter per l’autonomia sembra non avere via di scampo e ha subito un nuovo rallentamento. Negli ultimi giorni sono state numerose le polemiche in merito, sia da parte della Lega che da parte dei governatori di Veneto e Lombardia, ma tutto ciò pare non aver sortito alcun effetto dal momento che i due incontri previsti per martedì, uno tra Conte e i ministri Bonisoli e Stefani, e l’altro tra il premier e gli esperti di Economia, non hanno avuto luogo, pare, per motivi di agenda. “Incontri per ora non sono in programma: questa ipotesi non di è concretizzata non per motivi politici, ma per ragioni di agenda” hanno fatto sapere fonti di Palazzo Chigi.

Autonomia, Fontana preoccupato

“A Palazzo Chigi c’è un silenzio preoccupante, che richiama alla memoria la teoria democristiana del non fare nulla nella speranza che giorni e settimane rendano la questione autonomie meno urgente. Così non è” ha commentato il governatore della Lombardia, Attilio Fontana. “Noi – ha poi aggiunto – siamo pronti a partecipare al tavolo annunciato dal Presidente Conte in qualunque giorno lo ritenga. Ci presenti il testo del Governo. Resteremo a quel tavolo finché il dialogo tra gli attori cui Costituzione affida il compito di trovare l’intesa, non produrrà un testo serio e pienamente soddisfacente“.

Di Maio è sicuro

Nonostante la questione sia in stallo, il vicepremier pentastellato non ha dubbi: “L’autonomia si farà, ma il Paese resti unito. L’autonomia non deve danneggiare le regioni del centro-sud, ma deve garantire quei meccanismi di solidarietà che sono mancati in tutti questi anni. Cogliamo allora l’occasione dell’autonomia a Lombardia e Veneto per creare il fondo di perequazione e livelli essenziali di prestazione che aiuteranno tante regioni in Italia ad avere servizi migliori“.

I nodi da sciogliere

Se la situazione dell’autonomia non accenna a risolversi, è principalmente per il nodo finanziario: la Lega è infatti contraria al fondo di perequazione, punto però imprescindibile per i pentastellati. I tempi, quindi, si prospettano lunghi, anche in virtù del fatto che Salvini è impegnato su diversi fronti, tra cui il caso Siri-Arata e Moscopoli. “Non ho ragione di dubitare di Salvini – ha detto a tal proposito Di Maio – ma credo che questi temi richiedano il massimo della chiarezza. È quello che ho chiesto anche alla magistratura”.