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Fondi Lega Nord, la storia dell'inchiesta sui rimborsi elettorali

Fondi Lega Nord storia dell'inchiesta

Dall'inchiesta aperta sull'allora tesoriere alla prescrizione di Bossi e Belsito: tutta le tappe delle indagini sui fondi della Lega Nord.

Pena prescritta per Umberto Bossi e Francesco Belsito: è quanto sancisce la sentenza della Corte di Cassazione. I giudici hanno respinto la richiesta del pg di confermare la condanna per il fondatore e l’ex tesoriere del Carroccio nell’inchiesta sui rimborsi elettorali, i famosi 49 milioni la cui confisca è stata confermata dalla Corte. Ecco le tappe fondamentali nella storia delle indagini sui fondi della Lega Nord.

Fondi Lega Nord, la storia dell’inchiesta

La storia dell’inchiesta sui fondi della Lega Nord ha inizio nel 2012, quando la magistratura ha aperto un fascicolo di indagine sull’allora tesoriere. Francesco Belsito è stato indagato con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Tra le accuse, figurava anche quella di riciclaggio nell’ambito della gestione dei rimborsi elettorali. Secondo quanto emerso dagli accertamenti degli inquirenti, parte di quei rimborsi sarebbe stata trasferita a Cipro e in Tanzania, dove sono stati investiti in attività diverse tra cui compare anche l’acquisto di diamanti.

Il processo di primo grado

L’apertura della scottante inchiesta ha portato alle dimissioni di Umberto Bossi, il fondatore nonché allora segretario del partito. Hanno seguito le orme del Senatur anche alcuni suoi stretti collaboratori. L’indagine si è conclusa con il processo di Genova. Il Tribunale ligure, nel luglio 2017, ha condannato in primo grado Bossi a due anni e cinque mesi e Belsito a quattro anni e dieci mesi. Condannate anche altre cinque persone, due imprenditori e tre dipendenti della Lega Nord. I giudici imposero anche la confisca dei 49 milioni di euro, utilizzati per finanziare le spese personali della famiglia Bossi.

Ma la cifra effettivamente sequestrata dalle casse del partito è stata di gran lunga inferiore. Si parla di poco più di due milioni di euro. I pm genovesi hanno allora avanzato una richiesta per estendere la confisca, istanza respinta dal Riesame del capoluogo ligure.

La sentenza della Cassazione

Nell’aprile 2018, la Procura ha fatto ricorso alla Corte di Cassazione, che l’ha accolta e ha stabilito che le “disponibilità monetarie della percipiente Lega Nord si sono accresciute del profitto di reato, legittimando così la confisca diretta del relativo importo, ovunque e presso chiunque custodito e quindi anche di quello pervenuto sui conti e/o depositi in data successiva all’esecuzione del provvedimento genetico”.

L’accordo con la Procura di Genova

Risale a settembre 2018 l’accordo stretto tra la Procura di Genova e i legali della Lega Nord. L’intesa permette la restituzione dei milioni confiscati a scaglioni da 100 mila euro ogni sei mesi. In totale, la restituzione si concluderà in 80 anni.

Bossi e Belsito prescritti

La Corte di Cassazione ha respinto l’istanza del pg Marco Dall’Olio, che ha chiesto la conferma della condanna di Bossi e Belsito. Gli ex vertici della Lega Nord sono stati prescritti per il reato di truffa. Belsito dovrà però rispondere davanti alla Corte d’Appello del reato di appropriazione indebita. Durante l’udienza, l’ex tesoriere ha fatto richiesta di ricusazione del collegio dei giudici chiamati a esaminarlo. La Corte ha inoltre confermato la confisca dei 49 milioni.