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Tav, voto in Senato: l'Aula respinge la mozione del M5s

Tav voto in Senato

L'Aula ha bocciato la mozione del M5s e ha approvato quella del Pd con sostegno della Lega.

È il giorno della verità per il governo Conte, dopo il superamento della prova del voto di fiducia sul decreto sicurezza bis. Oggi il Senato è chiamato al voto sulla mozione del Movimento Cinque Stelle relativa alla Tav Torino-Lione. Un tema caldo per l’esecutivo, che si presenta in Aula tanto diviso da spingere il vicepremier Matteo Salvini a usare toni sempre più aggressivi nei confronti degli alleati-avversari, evocando la crisi di governo “anche prima di settembre“.

Poco dopo mezzogiorno, il Senato ha respinto la mozione del M5s, approvando quella del Pd sostenuta dalla Lega. La maggioranza si spacca.

Tav, il voto in Senato

Il voto del Senato verte su una mozione con cui il M5s chiede di fermare la realizzazione della Tav tra Italia e Francia. Il partito di Luigi Di Maio può contare sul sostegno di 107 senatori, contro i 58 della Lega, che non ha presentato alcun testo in risposta ma è da sempre schierata a sostegno dell’alta velocità. Il Carroccio si è inoltre detto pronto a votare a favore dei documenti pro Tav presentati da Forza Italia (che dispone di 61 seggi), Fratelli d’Italia (18) e Partito democratico (51 seggi).

Ma proprio tra i dem permangono divisioni interne che pongono non pochi interrogativi sul risultato del voto. Se infatti, da un lato, i fedelissimi di Matteo Renzi spingono per presentarsi in Aula e votare, Zingaretti aveva invece considerato l’ipotesi di astenersi. Tra i sostenitori dell’astensione c’è anche Carlo Calenda. Ma la linea ufficiale dei senatori del Pd, dettata dal capogruppo Andrea Marcucci, parla chiaro: “Voteremo per la Tav e contro chi vuole continuare a bloccare le grandi opere pubbliche”.

L’ultimatum di Matteo Salvini

A poche ore dal voto in Senato, Matteo Salvini lancia l’ennesimo ultimatum: “Vedremo domani. Io tornerò a chiedere il voto degli italiani se dovessi avere la certezza che le strade di Lega e M5s sono ormai troppo diverse su temi come lavoro, energie e scuole”. Il premier Giuseppe Conte tenta di minimizzare l’entità della crisi, assicurando che il voto in Aula “non è un giudizio sul governo o su di me”.

Anche i grillini specificano che la mozione è rivolta al Parlamento, l’unico in grado di bloccare l’opera, e non al governo. “La mozione M5s impegna il Parlamento e non il governo, ma la questione politica resta. Se fate parte del governo dovete essere a favore della Tav”, è la risposta del senatore leghista Massimiliano Romeo.

Possibile mancanza del numero legale

Indiscrezioni da Palazzo Madama a ridosso del voto in Aula parlano di un’ipotesi che circola tra gli ambienti del Senato. Ci sarebbe il rischio di non raggiungere il numero legale per la votazione, ovvero la metà più uno dei senatori, esclusi gli assenti giustificati. Nel frattempo, si consolidano le posizioni degli schieramenti. Da un lato c’è il M5s, supportato da Leu e singoli, tra cui il dem Tommaso Cerno. Dall’altro, a sostegno della Tav, troviamo Lega, FI, Fdi e Pd.

Respinta la mozione del M5s

La maggioranza si spacca sull’alta velocità Torino-Lione. I due alleati di governo hanno votato divisi e a vincere è stato lo schieramento dei sì Tav, che comprende la Lega, i partiti di centrodestra e il Pd. Il Senato ha respinto la mozione dei grillini e ha approvato, con 180 voti favorevoli, quella dei dem. Sono stati 181 i sì alla mozione di FdI e 182 quelli per il testo presentato da FI.

“Si consolida l’inciucio più incredibile: la Lega vota la mozione del PD, che lo stesso PD ha riscritto per fare un favore alla Lega. Un inciucio in piena regola, a pochi giorni dall’annuncio della sfiducia che lo stesso PD vuole presentare nei confronti del ministro Salvini”, si legge sul profilo ufficiale Facebook del M5s.

Zingaretti: “Il governo non c’è più”

“Un minuto dopo il voto al Senato, il premier Conte si presenti al Quirinale“, è il duro commento del Pd. Il leader dem, Nicola Zingaretti, ha aggiunto: “Noi non abbiamo più un governo. Su autonomia, manovra d’autunno, Tav, non c’è più un tema sul quale questo governo ha una posizione comune. C’è una crisi politica”.