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Salvini a Sabaudia e quella citazione su Mussolini

Salvini a Sabaudia

Analisi del contatto tra la retorica della politica salviniana e quei riferimenti alla propaganda di Benito Mussolini.

È successo di nuovo. A Sabaudia la piazza del municipio si affolla di curiosi in attesa del comizio di Matteo Salvini: il gruppo si concentra ai piedi del palco, lì dove troneggia la gigantografia del vicepremier leghista in camicia bianca e giacca blu. Il simbolo “Lega per Salvini premier” e lo slogan “Prima gli Italiani” fanno da corredo alla scenografia dell’evento ma non sono gli unici elementi a caratterizzare il luogo dell’intervento del ministro.

Matteo Salvini è on stage, come si direbbe in gergo cinematografico, e sopra il suo capo si erge la torre in stile ventennio con il tricolore che svetta in cima: sulla base della struttura trovano posto gli ossequi a “Benito Mussolini capo del governo” che con la bonifica nei territori della provincia di Latina “volle questa terra redenta”. La citazione al duce da parte del leader del Carroccio è stata inevitabile “Come mai la Boldrini non l’ha ancora fatto demolire?” -chiede ironicamente il vicepremier durante il comizio- “Vedete, non me ne ero accorto. Così mi mettete nei guai” ha concluso.

Salvini e quelle coincidenze mussoliniane

Non è la prima volta che Salvini si trova a fare i conti (a detta sua involontariamente) con riferimenti a luoghi e aneddoti del fascismo. In un comizio a Forlì, al termine del suo intervento, sotto la pioggia battente salutò la folla presente nella piazza principale dal balcone della sala del comune: lo stesso da cui Mussolini intervenne per comunicare il suo discorso ai cittadini. In quell’occasione si giustificò dicendo “Non conosco la storia dei balconi d’Italia, è qualcosa che è accaduto decenni fa, pensiamo al presente”.

La strategia nella propaganda politica

Tuttavia che si tratti di coincidenze o meno, è fattuale che “questi incidenti di percorso” siano andati a costituire parte della retorica nella propaganda politica Salviniana. In primis la regola del “non essere ancorati alla memoria fascista” è stata più volte il cavallo di battaglia del ministro contro l’opposizione di sinistra (quella più radicale rispetto ai dem), in seconda istanza ha fatto captatio benevolentiae verso la frangia dell’elettorato italiano di ultradestra, accattivandosi una parte di elettori a cui mai nessun partito di centrodestra si era rivolto (vedi l’appoggio di CasaPound). “State pure lì a cercare i fantasmi del passato, a 70 anni fa. Noi andiamo avanti per costruire il futuro” ha riferito il vicepremier al termine della scenetta sulla torre mussoliniana.

È vero che Salvini cita spesso il duce? Dalle dirette facebook sui tetti di Roma e le conseguenti nostalgie fasciste sull’Eur e l’Altare della Patria, agli interventi in radio sulle bonifiche e i meriti del sistema pensionistico italiano, fino allo slogan preferito, quel “Andiamo avanti, se voi ci siete io ci sono” che suona tanto come il “Chi si ferma è perduto”. Alla fine possiamo dirlo anche noi che tutto sommato, Salvini, “Ha detto anche cose buone”.