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Crisi di governo, Conte sfida Salvini e si prepara alle dimissioni

Crisi di governo Conte sfida Salvini

Il premier sarebbe pronto a fare un passo indietro e a far ricadere la responsabilità della crisi di governo interamente sulle spalle della Lega.

A poche ore dal discorso in Senato sull’evoluzione della crisi di governo in corso, il premier Giuseppe Conte si prepara ad affrontare la fine dell’esecutivo giallo-verde a poco più di un anno dall’insediamento a Palazzo Chigi. Il clima che si respira tra le aule del potere è di grande incertezza. Fonti del M5S vicine al premier riferiscono che il capo del governo intende presentare un piano “invotabile” da parte della Lega, che costringerebbe il Carroccio a votare la sfiducia all’esecutivo e ad assumersene pienamente le responsabilità.

Crisi di governo, Conte sfida Salvini

“Salvini dovrà metterci le impronte digitali e la faccia sulla crisi, dovrà votare contro il governo del cambiamento che fino a 15 giorni fa giurava che avrebbe fatto durare cinque anni”. Sarebbe questa la linea che il premier Conte seguirà nel suo intervento in Parlamento sulla crisi di governo, secondo indiscrezioni pentastellate riportate da Il Messaggero. “Quelli [gli esponenti della Lega, ndr] sono capaci di tutto”, continuano. “Salvini fa ancora sapere che Conte è sempre il suo premier e il suo telefono è sempre acceso. Per evitare l’ultima beffa, l’ennesima bugia, gli faremo caricare per intero sulle spalle la responsabilità di aver fatto cadere un premier e un governo che godono nel Paese del 58% e del 54% dei consensi. Come? Scriveremo la risoluzione in modo tale che Salvini non possa votarla. Scriveremo del suo tradimento, illustreremo le sue bugie e i salti mortali”.

L’ipotesi giallo-rossa

L’allontanamento volontario di Conte sembra essere un’ipotesi più che probabile anche nel caso di un’intesa tra M5S e Pd. Chi, nelle ultime ore, ha parlato con il premier assicura che il capo del governo non è interessato a rappresentare una simile alleanza. “Sta pensando di chiamarsi fuori perché chi è stato garante del contratto giallo-verde non può esserlo anche di quello giallo-rosso. Giuseppe non è e non si sente un uomo per tutte le stagioni”, spiegano.