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Governo Conte, dimissioni confermate in Senato: conseguenze e scenari

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"Il governo si arresta qui. Mi recherò al Quirinale e rassegnerò le mie dimissioni".

Dopo il discorso tenuto dal Presidente del Consiglio, sono confermate le dimissioni del Governo Conte. Il premier ha inizialmente criticato Matteo Salvini e il suo operato, per poi dichiarare conclusa l’azione del suo governo. Quali sono ora gli scenari possibili?

Governo Conte dimissioni confermate

Il presidente del Consiglio durante il suo monologo, non ha risparmiato critiche verso il leader della Lega, autore del voto di sfiducia verso il governo Conte: “La decisione di innescare la crisi è irresponsabile. Per questa via il ministro dell’interno ha mostrato di seguire interessi personali e di partito. I comportamenti adottati in questi ultimi giorni dal ministro dell’Interno rivelano scarsa responsabilità istituzionale e grave carenza di cultura costituzionale“.

Successivamente il premier ha confermato la crisi di governo: “I tempi di questa decisione espongono a gravi rischi il nostro Paese. Questa crisi interviene in un momento delicato dell’interlocuzione con le istituzioni Ue. E’ evidente che l’Italia corre il rischio di partecipare a questa trattativa in condizioni di oggettiva debolezza“. Giuseppe Conte proseguendo con il discorso: “Aprire la crisi in pieno agosto per un’esperienza di governo giudicata limitativa da chi ha rivendicato pieni poteri. La scelta di rinviare fino ad oggi la decisione presa da tempo è un gesto di imprudenza istituzionale irriguardoso per il Parlamento e portando il paese in un vorticosa spirale di incertezza politica e finanziaria“.

Per concludere il presidente del Consiglio Conte, ha annunciato le sue dimissioni: “Il governo si arresta qui. Mi recherò al Quirinale e rassegnerò le mie dimissioni“.

Conseguenze

A seguito delle dimissioni Giuseppe Conte, dovrà salire al Quirinale e rassegnare a Sergio Mattarella il suo mandato. A questo punto, il potere passa in mano al Presidente della Repubblica. Mattarella avvierà le consultazioni fra i gruppi parlamentari al fine di verificare se possa esistere un’altra maggioranza politica che sia in grado di esprimere e votare un nuovo governo. Nel caso in cui il Presidente Mattarella, dovesse accertare l’impossibilità di formare un nuovo esecutivo, l’unica opzione sarà quella di sciogliere le Camere e indire le elezioni.

Gli scenari possibili

Dovremo attendere ancora qualche ora prima di sapere quale delle ipotesi sarà attuata dal Presidente Mattarella. Dopo la comunicazione delle dimmissioni, il segretario generale della presidenza della Repubblica dovrà comunicare l’avvio delle consultazioni. Sergio Mattarella, dovrebbe mettersi in contatto con il presidente emerito Giorgio Napolitano ed i presidenti di Senato e Camera Elisabetta Casellati e Roberto Fico.

Governo istituzionale di garanzia

Un governo “neutro” che garantisca le elezioni entro il prossimo 27 Ottobre. Con questa opzione ci sarebbe modo di affrontare le emergenze economiche attuali fino alle prossime elezioni. Sondaggi che al momento vedono favorita la Lega.

Governo rossogiallo

L’ipotesi che prende maggiormente piede è quella di una coalizione tra Pd e Movimento 5 Stelle. L’opzione ritenuta da tutti impossibile fino a qualche giorno fa, sembra essere ad ora, la più quotata. Sul caso, è intervenuto durante il discorso di Conte al Senato, Zingaretti, che ha decisamente raffreddato gli animi: “All’elenco delle cose fatte non può non seguire l’elenco dei disastri prodotti in economia, sul lavoro, sulla crescita, sullo sviluppo. Questo è il vero motivo del pantano nel quale l’Italia è finita.in questi 15 mesi è stato il presidente del Consiglio anche del ministro Salvini.Se tante cose denunciate sono vere, perché ha atteso la sfiducia per denunciarle?”

Il modello Ursula

Dall’idea di Romano Prodi, un governo che si rifarebbe dal nome del neo Presidente della commissione Europea Ursula von der Leyen. Ovvero una coalizione tra la sinistra e Forza Italia così avverrebbe un allargamento anche verso il centrodestra.

Il governo di scopo

Ovvero, un governo tecnico con durata limitata, per portare a termine la riforma costituzionale con il taglio parlamentare e terminare la manovra.

Governo gialloverde

L’ipotesi meno probabile ma comunque possibile è la riproposizione dell’alleanza tra Lega e Movimento 5 Stelle. In questo caso sarebbe necessaria l’elezione un nuovo premier.