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Governo Conte bis, Mattarella e il lodo Mortati: Italia verso elezioni?

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In caso di discordanza tra corpo elettorale e parlamentare, il presidente della Repubblica ha il dovere di intervenire.

Il governo Conte bis nascerà entro mercoledì 4 settembre, assicura il premier incaricato in collegamento con la festa del Fatto Quotidiano. Ma a poche ore dallo scioglimento della riserva e dal voto sulla piattaforma Rousseau, restano ancora numerosi i nodi da sciogliere per la formazione dell’esecutivo. I sostenitori del ritorno alle urne continuano la loro battaglia e sottolineano come l’alleanza tra Pd e M5s non potrà che essere instabile e di breve durata. Per evitare una nuova crisi di governo, è necessario l’intervento del presidente Mattarella.

Mattarella e il lodo Mortati

Il ruolo del capo dello Stato è sancito dal cosiddetto lodo Mortati, spiega chi ritiene che le elezioni anticipate siano la scelta migliore per il Paese. La norma prende il nome da Costantino Mortati, deputato della Dc dal 1946, giurista e costituzionalista. Mortati dichiarava che “compito del Presidente della Repubblica è quello di accertare la concordanza tra corpo elettorale e parlamentare. Assolve a tale ruolo attraverso l’impiego dell’istituto dello scioglimento anticipato [delle Camere, ndr], quando vi siano elementi tali da renderlo necessario o anche solo opportuno in termini di gravi disarmonie fra attività degli eletti e sentimento del popolo”.

Governo Conte bis

“Gravi disarmonie” sembrano persistere non solo tra “eletti e popolo”, ma anche tra i due partiti che dovrebbero dare vita al governo Conte bis. L’accordo che sembrava ormai certo è stato messo in discussione dai 20 punti presentati da Luigi Di Maio al termine delle consultazioni con il premier incaricato. È scontro anche sul numero e sul nome dei due eventuali vicepremier che dovrebbero affiancare il presidente del Consiglio.

Il M5s resta in attesa del risultato del voto sulla piattaforma Rousseau, che si aprirà alle 9 di martedì 3 settembre. Gli iscritti al Movimento saranno chiamati a esprimersi sull’alleanza con i dem sotto la guida di Giuseppe Conte.