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Giuseppe Provenzano, chi è il nuovo ministro per il Sud

Peppe Provenzano ministro del Lavoro

Il vicedirettore della Svimez Peppe Provenzano è stato indicato da Giuseppe Conte come ministro per il Sud.

Tra i papabili a diventare ministro del Welfare c’era Giuseppe “Peppe” Provenzano , responsabile delle politiche del lavoro del Partito Democratico. L’economista incassa però un altro discastero, essendo stato scelto da Giuseppe Conte alla guida del Ministero per il Sud.

Peppe Provenzano in pole

Non ce l’ha fatta il vice direttore della Svimez Peppe Provenzano a diventare ministro del Lavoro. L’economista era in lizza con Nicola Morra, ma alla fine Giuseppe Conte ha scelto per questa carica Nunzia Catalfo, esponente del M5S che ha contribuito a scrivere il testo sul reddito di cittadinanza.

Laureato e dottorato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, Peppe Provenzano è stato però indicato da Giuseppe Conte ministro per il Sud, in quanto da tempo si oppcupa di Mezzogiorno, e in particolare di politiche di coesione. Con Luca Bianchi ha pubblicato “Ma il cielo è sempre più su? L’emigrazione meridionale ai tempi di Termini Imerese. Proposte per il riscatto di una generazione sotto sequestro” (Castelvecchi 2010).

Provenzano era tra i papabili al Welfare perché fa parte della Direzione nazionale del Partito Democratico e dal giugno 2019 è membro della Segreteria nazionale come responsabile delle politiche del lavoro.

Il programma di svolta

Provenzano, che è anche capigruppo in Commissioni Lavoro e Affari sociali, ha inoltre coordinato a fine agosto 2019, quando si è cominciato a parlare di un possibile accordo M5S-PD dopo la crisi aperta da Matteo Salvini, il tavolo su Lavoro e Welfare “per il programma del Governo di svolta”.

“Al tavolo del programma per un possibile governo Conte bis avevamo chiesto, – spiegava quindi Giuseppe Provenzano su Facebook – Rivedere le norme sui subappalti dello Sblocca Cantieri e superare il criterio del massimo ribasso negli appalti pubblici per un’offerta economica complessivamente vantaggiosa che risponda a criteri di sostenibilità sociale e ambientale e un ‘Piano nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro‘: informazione e partecipazione attiva dei lavoratori, innovazione di processo e premialità per le imprese più avanzate, rafforzamento dei controlli e delle sanzioni”.