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Bellanova e le critiche al vestito, il tweet di replica della ministra

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La neo ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova ha replicato via Twitter alle critiche ricevute sul vestito scelto per la giornata del giuramento.

Dopo le numerose critiche piovute addosso a Teresa Bellanova, a causa del vestito scelto per la cerimonia di giuramento del Conte II, la neo ministra dell’Agricoltura ha scelto di replicare direttamente sui social network. Attraverso il proprio profilo Twitter, la Bellanova ha infatti risposto a tutti coloro che avevano biasimato il suo abito blu elettrico.

Bellanova e le critiche al vestito, la replica

Nel primo pomeriggio del 6 settembre, la ministra ha postato una fotografia della giornata di ieri accompagnandola con la seguente didascalia: “La vera eleganza è rispettare il proprio stato d’animo: io ieri mi sentivo entusiasta, blu elettrica e a balze e così mi sono presentata. Sincera come una donna”. Un abito che oltre alle critiche aveva tuttavia incassato anche molto complimenti per l’audacia dimostrata, tra cui quello dello stilista Enzo Miccio: “Un abito in organza e chiffon con piccole balze, in un bel blu, perfetto per la sua silhouette. Per me Teresa Bellanova è #EnzoMiccioApproved”.

In aggiunta a ciò la Bellanova ha in seguito pubblicato una secondo foto, in cui ironicamente chiedeva pareri per il vestito che si era scelta per la giornata, una blusa gialla a pois neri: “Visto che il blu di ieri ha elettrizzato molti, ho voluto provare con questa mise oggi, che ne dite? #vestocomevoglio oppure no? Secondo voi?”.

I politici in difesa della ministra

Nelle ultime ore erano stati molti i politici di entrambi gli schieramenti che aveva preso le difese della ministra Bellanova, criticata oltre che per il suo vestito anche per l’avere solo la terza media. Tra questi la parlamentare di Forza Italia Mara Carfagna, che su Twitter ha dichiarato: “La ministra ha dimostrato impegno e competenza fin dalla più giovane età. Combatterò i suoi provvedimenti quando mi troveranno in disaccordo, come la democrazia ci consente. Si vergogni chi la insulta per l’abito, l’aspetto e il titolo di studio”.