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Caso Russia-Lega, giudicati legittimi i sequestri a Savoini

Gianluca Savoini, Moscopoli caso russia lega

Nonostante il ricorso della difesa, i sequestri e le perquisizioni ai danni di Savoini sono stati giudicati legittimi.

Il tribunale del Riesame di Milano respinge il ricorso presentato dalla difesa di Savoini, coinvolto nel caso Russia-Lega. L’avvocato dell’ex portavoce di Salvini aveva chiesto lo stop a perquisizioni e sequestri nei suoi confronti.

Russia-Lega, legittimi sequestri a Savoini

Proseguono le indagini sui presunti finanziamenti alla Lega da parte della Russia. Lara Pellegrini, avvocato di Gianluca Savoini, aveva presentato un ricorso chiedendo l’annullamento del decreto di sequestro e perquisizione nei confronti dell’indagato. Aveva inoltre giudicato illegittimo l’audio della riunione tenutasi al Metropol di Mosca, alla base dell’atto probatorio. “La provenienza del file è incerta e presenta problemi di traduzione. Non può legittimare un sequestro“, aveva dichiarato.

Ma il tribunale del Riesame di Milano ha respinto il ricorso e ritenuto legittimo sia l’audio che il materiale sequestrato finora utilizzato. Dai due telefoni di Savoini non sono emersi contatti con Matteo Salvini, mentre sarebbero stati trovati contatti preparatori alla riunione moscovita. Il presidente dell’associazione Lombardia-Russia avrebbe pianificato il summit almeno dall’estate 2018 parlando con persone molto vicine agli uomini incontrati a Mosca, a loro volta indagati.

Nell’inchiesta sono infatti coinvolti, oltre agli italiani Savoini, Meranda e Vannucci, anche tre russi, tra cui Andrej Yurkevich Kaharchenko e Ilya Yakuin, molto vicini all’ideologo del partito di Putin.

Alla base del loro incontro ci sarebbe stata una compravendita di petrolio che avrebbe dovuto portare 65 milioni di euro nelle tasche del Carroccio.