La Corte dei Conti della Lombardia ha condannato l’ex presidente della Regione Roberto Formigoni, insieme ad altri ex vertici del Pirellone, a versare 47,5 milioni di euro per danno erariale nell’ambito del caso Maugeri. La magistratura ha convertito i sequestri già effettuati (compresi quelli dei vitalizi e della pensione) in pignoramento.
Formigoni, la sentenza della Corte dei Conti
La Procura della Corte dei Conti aveva proposto per Roberto Formigoni e gli altri imputati un risarcimento di circa 60 milioni, ma i giudici contabili della Lombardia hanno accolto solo parzialmente tale richiesta, “limitato la condanna a un importo minore e dichiarando il difetto di giurisdizione nei confronti di uno dei soggetti convenuti”.
Condannati anche Umberto Maugeri e Costantino Passerino, la stessa Fondazione Maugeri, l’ex assessore Antonio Simone e il presunto faccendiere Pierangelo Daccò.
Formigoni e il caso Maugeri
Nel febbraio 2019, Formigoni è stato condannato in via definitiva a 5 anni e 10 mesi di carcere. L’ex numero uno del Pirellone è stato giudicato colpevole di corruzione per il caso Maugeri. Su richiesta dei suoi avvocati, è potuto passare dalla custodia in carcere agli arresti domiciliari. Negli scorsi mesi, i pm contabili hanno sequestrato 5 milioni di euro (comprensivi di vitalizi e pensioni).
Per gli inquirenti, Formigoni è protagonista di “un gravissimo sistema illecito di storno di denari pubblici a fini privati”. Il denaro in questione è stato usato dall’ex governatore per pagare vacanze, ristoranti e proprietà private in Costa Smeralda. Secondo la Corte dei Conti, si tratta di un caso di “mercimonio delle funzioni pubblico-amministrative, in un ambito – quello sanitario – particolarmente rilevante per l’interesse pubblico”.