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Renzi sfida Salvini a Porta a Porta, la replica: "Quando vuole"

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Durante la puntata di Porta a Porta dedicata al suo nuovo partito, Matteo Renzi ha lanciato una sfida via Whatsapp al segretario leghista Salvini.

Nel corso dell’intervista a Matteo Renzi a Porta a Porta del 17 settembre l’ex segretario del Pd ne ha approfittato per mettere in scena un curioso siparietto, lanciando ufficialmente una sfida a Matteo Salvini via Whatsapp. Il senatore di Firenze ha proposto la sfida proprio a colui che nelle dichiarazioni tenute durante la giornata ha definito il “nemico da battere”. Non si è fatta attendere la risposta del segretario leghista, che ha subito accettato il confronto.

La risposta di Salvini

Matteo Salvini non si tira indietro davanti al guanto di sfida lanciato da Renzi. “Quando vuole, anche se il faccia faccia più bello sarebbero le elezioni e non in televisione“, ha dichiarato il segretario leghista prima di un comizio a Gubbio. “Se lui vuole candidarsi contro di me, dove vuole: Milano, Firenze, Bologna, Gubbio. Temo però che lui abbia paura di andare alle elezioni“.

Renzi a Porta a Porta sfida Salvini

Nel corso del curioso siparietto, andato in onda negli studi di Porta a Porta durante la presentazione del nuovo partito politico dell’ex sindaco di Firenze, il conduttore Bruno Vespa ha dichiarato che Renzi: “Ha sfidato Salvini a un confronto pubblico, abbiamo mandato un messaggio e Salvini ha risposto che è pronto”.

Una sfida rivolta quindi al politico che lo stesso Renzi ha definito “nemico da battere” e che più volte ha menzionato nel corso della sua intervista al programma di Rai 1. Durante la trasmissione, Renzi ad esempio ha affermato: “Salvini ha scelto deliberatamente di aprire una crisi dal Papeete, a pancia all’aria fra un mojito e l’altro, chiedendo pieni poteri. Noi lo abbiamo messo fuori gioco facendo, con sofferenza anche personale, un accordo con chi ci stava”.

Le dichiarazioni su Salvini

Durante la puntata Renzi ha avuto però altre occasioni per criticare l’ex ministro dell’Interno, come quando ha implicitamente descritto l’accordo tra il Pd e il M5s una scelta obbligata per evitare di far finire il Paese in mano a Matteo Salvini: “Io me lo ricordo quello che hanno detto i 5 stelle di me e della mia famiglia. Ma il bivio era tra accettare il diktat del Papeete rischiando l’aumento dell’Iva e lo spread a 400 oppure, in nome dell’interesse del Paese, fare un accordo contro Salvini“.