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Rosy Bindi parla della scissione di Matteo Renzi: "Non mi ha sorpresa"

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Intervistata in occasione della Direzione Nazionale del Pd, Rosy Bindi si è detta "non sorpresa" della scissione di Renzi avvenuta il 16 settembre.

Intervistata dai giornalisti in occasione della Direzione Nazionale del Pd in corso a Roma, l’ex parlamentare Rosy Bindi esprime la sua opinione in merito alla scissione effettuata da Matteo Renzi la scorsa settimana. L’ex Presidente del Pd dal 2009 al 2013 ha rivelato di non essersi sentita sorpresa dall’abbandono di Renzi, aggiungendo tuttavia di non vedere una scissione come un momento lieto nella vita politica di un partito.

Rosy Bindi sulla scissione di Renzi

Alla domanda sul probabile sospiro di sollievo per l’uscita di Renzi dal Pd, la Bindi risponde: “I sospiri di sollievo non si tirano mai quando ci sono scissioni come quella che si è verificata. Diciamo che sono tra quelle che non si è sorpresa, questo sì”. La Bindi ribadisce inoltre di non credere che una scissione sia una soluzione migliore per un partito: “Non è il meglio, non è mai il meglio una scissione”.

Parlando invece del suo rapporto con l’ex sindaco di Firenze e se si fidi ancora di lui, l’esponente del Pd risponde: “Mah io non mi sono mai fidata quindi non me lo potete chiedere a me adesso“. L’ex ministra della Salute non ha infatti mai avuto buoni rapporti con Matteo Renzi, tanto da prendersi una lunga pausa dalle istituzioni Dem proprio durante la segreteria renziana. Per la Bindi quello di questi giorni alla Direzione Nazionale è pertanto un atteso ritorno dopo un così prolungato autoesilio.

Il nodo delle regionali in Umbria

Nell’intervista, Rosy Bindi ha inoltre fatto il punto sulla questione delle elezioni regionali in Umbria e sull’alleanza a livello locale con il M5s: “Io credo che un percorso nuovo come quello che si sta profilando, con da una parte il governo nazionale e dall’altro il tentativo d’intesa a livello regionale, chieda anche un po’ di gradualità. Quindi mi sembra che, in una regione dove peraltro ci sono state sofferenze anche a causa di un po’ di classe dirigente del Pd, scegliere una via civica sia un modo con il quale i partiti dimostrano di essere disposti al rinnovamento e anche a un po’ di umiltà”.