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Tensioni M5s, rivolta contro Di Maio: chiesto intervento di Grillo

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Tensioni interne al M5s, in discussione la leadership di Di Maio: i pentastellati chiedono la creazione di un comitato a 10

Dopo l’alleanza con il Pd e la formazione del governo giallorosso sono forti le tensioni che si sono create all’interno del Movimento 5 Stelle. L’ultimo tassello è stato inserito ieri, nel corso della riunione che avrebbe dovuto sciogliere i nodi relativi al nome del nuovo capogruppo al Senato e a quelli dei membri del direttivo. L’incontro si è in realtà trasformato in una rivolta contro il capo politico del Movimento, Di Maio, il cui ruolo è stato messo in discussione.

Tensioni M5s, la rivolta

Abbiamo chiesto tutti una radicale modifica dello statuto per quel che riguarda i poteri del capo politico – hanno spiegato alcuni presenti -. Serve una gestione più democratica del Movimento. Su questo siamo tutti d’accordo“. La proposta, in concreto, è quella di modificare, limitandoli, i poteri di Di Maio creando un comitato a 10 che possa prendere il posto del leader La richiesta ha naturalmente diviso la platea in fazioni, pro e contro Di Maio, tanto che è stata chiesta una mediazione da parte di Beppe Grillo. Luigi Di Maio, dal canto suo, aveva già proposto la formazione di un organismo che affiancasse il leader, i “facilitatori”. Ora però, la richiesta è la creazione di un direttivo di 10 componenti, che comprenda il capogruppo alla Camera, il capogruppo al Senato e Beppe Grillo.”Nessuna baruffa – ha commentato all’uscita Nicola Morra -, solo un esercizio di democrazia“.

I motivi della rivolta

Di Maio è capo politico ma anche ministro degli Esteri, si troverò spesso all’estero per motivi istituzionali e non potrà badare costantemente al Movimento – fanno sapere fonti vicine al Movimento 5 Stelle -. Prima della caduta del governo 5 Stelle-Lega si era parlato della creazione di una segreteria, poi la crisi politica ha rallentato questo processo. Ora ci aspettiamo che si faccia ciò che è stato promesso”. “È arrivato il momento di introdurre il principio democratico dell’elezione dal basso verso l’alto di tutti i livelli, organi e cariche del movimento” ha esortato il senatore Primo De Nicola.

I candidati capogruppo

Se alla Camera le candidature sono chiuse e non resta che concentrarsi sulla formazione della squadra, al Senato la partita si è appena aperta e si concluderà entro metà ottobre. In corsa per il ruolo di capogruppo c’è Danilo Toninelli, ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti non riconfermato nel nuovo governo. Circolano poi i nomi di Barbara Lezzi e Vincenzo Santangelo.