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Veneto, richiesta del gruppo Zaia: "Stop alla macellazione di carne halal"

carne halal veneto

Secondo la consigliera veneta la pratica comporta un'eccessiva e inutile sofferenza per gli animali, dissanguati senza essere storditi.

Il consigliere di regione Veneto Silvia Rizzotto, membro del gruppo Zaia, incalza il governo giallorosso affinché ponga fine alla macellazione di carne halal. “È una pratica medievale che causa inutili sofferenze agli animali“, spiega.

Veneto, stop macellazione carne halal

Si tratta dell’unico espediente che consente ai fedeli musulmani di mangiare la carne di maiale. La macellazione halal prevede che gli animali siano costretti a rimanere coscienti durante il loro dissanguamento. In alternativa vengono storditi con metodi cruenti. In diversi paesi europei la pratica è vietata, mentre in altri, tra cui l’Italia, è consentita in determinati centri in quanto avviene “per motivi religiosi“.

Di fronte a questa situazione, Silvia Rizzotto della Lista Zaia chiede che l’esecutivo ponga immediatamente fine a questa “tortura primitiva e straziante“. La richiesta giunge dopo che a Mestre, nel veneziano, diverse famiglie bengalesi hanno chiesto alla mensa scolastica che ai loro figli venisse data carne halal, ovvero “lecita”, dando vita ad accese polemiche. “Chi vive in Italia deve adeguarsi al progresso e alla civiltà, è la tesi dei consiglieri veneti, aggiungendo che una vera integrazione passa dal rispetto delle regole della comunità ospitante. “Senza contare che è una questione di rispetto anche verso gli animali, inutilmente sottoposti ad una pratica medievale da vietare assolutamente“, conclude la stessa Rizzotto.

Il caso di Bologna

Fa discutere anche il caso dei tortellini di pollo, al posto del tradizionale maiale, proposti dal vescovo di Bologna in occasione della festa del patrono della città emiliana. Un modo per accontentare e far sentire parte integrante della celebrazione anche chi ha diverse esigenze religiose. Matteo Salvini ha commentato l’iniziativa definendola un modo per “cancellare la nostra storia e la nostra cultura. È come dire di fare il vino senza uva“.