> > Zingaretti: "Mi fido di Di Maio e Renzi, basta litigi"

Zingaretti: "Mi fido di Di Maio e Renzi, basta litigi"

coronavirus zingaretti guarito

Nicola Zingaretti invita lo schieramento giallorosso all'unità e ricorda: "Il mio avversario si chiama Matteo Salvini".

Nicola Zingaretti non accetta che si cerchi di creare scontro all’interno della maggioranza e ribadisce la propria totale fiducia nei confronti tanto di Luigi Di Maio quanto di Matteo Renzi. Ospite a CartaBianca su Rai3, il segretario Pd ha risposto a chi sottolinea le difficoltà nel mantenere la coesione all’interno dello schieramento giallorosso, minato dalla distanza tra dem e pentastellati e dalle ripetute scissioni, ultima proprio quella del senatore fiorentino.

Zingaretti su Di Maio e Renzi

Ma Zingaretti non si lascia intimidire e afferma: “Il Pd testardamente cercherà di costruire l’unità del governo. Non voglio enfatizzare le differenze con il M5s. Voglio, invece, trovare su tutti i punti un compromesso per far andare avanti l’Italia. Mi fido di Di Maio e mi fido di Renzi. Il mio avversario politico si chiama Matteo Salvini“.

A Luigi Marattin che ha attribuito il blocco dell’aumento dell’Iva all’azione di Italia Viva, il leader dem ha risposto: “È una bugia, non è affatto vero. In questa dichiarazione c’è un problema di merito, perché nessuno ha mai detto che si doveva aumentare l’Iva. C’è, poi, anche un problema di metodo. Per favore, non facciamo come l’altro governo [il primo governo Conte, ndr] in cui ogni giorno c’era un litigio, una fibrillazione. Di Maio era un avversario, oggi è un alleato. So che dobbiamo governare l’Italia e il governo dell’Italia non permette litigi continui. Idem con Renzi”. Un giudizio che non cambia nonostante la recente scissione: “Credo che se ha fatto delle scelte è perché se le sentiva. Ritengo che siano sbagliate, profondamente, ma lui se le sentiva”.

Oggi la vera sfida per i dem è che “gli italiani si fidino del Pd e che ci riconoscano lo sforzo di salvare il Paese. Ho sempre creduto nel maggioritario, ma se si dovesse arrivare a un proporzionale penso di vorrebbe una soglia perché lo spappolamento del Parlamento, la frammentazione, non è un bene”.