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Dazi Usa, Di Maio: "Difenderemo le aziende italiane"

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Dazi Usa su prodotti italiani, Di Maio assicura massimo impegno in difesa del Made in Italy.

Il prossimo 18 ottobre scatteranno i dazi americani sul Made in Italy e colpiranno in particolare il pecorino romano, il parmigiano reggiano, il provolone, le cozze e il liquori, a cui verrà applicata una tassa del 25%. Le autorità Usa avrebbe pubblicato un elenco a tal proposito, in cui segnalano nel dettaglio tutti i prodotti colpiti dai dazi: sembrerebbero essere esclusi l’olio d’oliva e il prosecco. Come riferito però da fonti vicine all’amministrazione americana, dagli Usa ci sarebbe tutta la volontà di trattare con l’Unione Europea e risolvere i problemi sul tavolo. Mattarella: “Occorre esercizio di grande responsabilità“.

Dazi Usa, la situazione nell’Ue

Cecilia Malmstroem, commissario europeo al Commercio uscente, ha spiegato che “anche se gli Stati Unitti hanno avuto l’autorizzazione dal Wto, scegliere di applicare le contromisure adesso sarebbe miope e controproducente. Restiamo pronti – ha detto – a trovare una soluzione equa, ma se gli Usa decidono di imporre le contromisure autorizzate dal Wto, l’Ue non potrà che fare la stessa cosa“. Il rischio che corre l’Europa in questo momento è dunque quello di inasprire le tensioni tra le due sponde dell’Atlantico, arrivando ad una guerra commerciale che avrebbe un effetto del tutto recessivo.

Di Maio: “Difenderemo le nostre aziende”

Difenderemo con tutte le nostre forze le imprese italiane” ha detto Luigi Di Maio sottolineando di aver ribadito lo stesso concetto anche allo stesso Mike Pompeo, in visita in Italia proprio in questi giorni. “Siamo già al lavoro per una soluzione che difenda il Made in Italy ha detto il ministro degli Esteri. La guerra dei dazi, secondo il leader grillino, “indebolirebbe sia Usa sia Ue“. “La nostra attenzione resta alta” avverte.

Mattarella chiede responsabilità

Anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto sulla vicenda: “Quando si prospettano guerre economiche, andrebbe posta attenzione al sostantivo più che all’aggettivo. Occorre un esercizio di grande e congiunta responsabilità. Sostituire alle politiche di cooperazione quelle di competizione certamente non aiuterebbe“.