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Di Maio contro Renzi: "Il Pd non deve rincorrere chi ha il 4%"

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Il leader M5s ha invitato i membri del governo a "non cadere nell'annuncite: è una sindrome leghista".

Non c’è pace all’interno della maggioranza, dove restano tesi i rapporti tra pentastellati, dem ed esponenti di Italia Viva. È proprio il neonato partito del senatore toscano a destare le maggiori preoccupazioni. Luigi Di Maio è tornato a scagliarsi contro Matteo Renzi, invitando il Pd a non dare eccessivo peso a una forza politica che, a oggi, resta una minoranza all’interno dell’alleanza giallorossa.

Governo, Di Maio contro Renzi

Nel corso di un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano, Di Maio ha sottolineato che i dem fanno “solo un favore” a Renzi, rispondendo a ogni suo annuncio e provocazione. “Non bisogna rincorrere uno che ha il 4%“, ha commentato il ministro degli Esteri. “Se si andasse a elezioni, il suo partito non entrerebbe in Parlamento. Rispondendogli non si fa che alimentare la promozione della Leopolda, cioè il suo gioco”. Al contrario, ciò che serve è “fare un punto tra ministri e capigruppo, per dare chiaramente le regole di ingaggio. I problemi di comunicazione potrebbero diventare politici. Sui giornali ho letto troppi annunci. Non bisogna cadere nell’annuncite: è una sindrome leghista”.

Anche per quanto riguarda le insinuazioni su Giuseppe Conte e il Russiagate “le considerazioni di Renzi non meritano risposta. Per il resto, io mi fido ciecamente di Conte e sono certo che darà tutte le risposte necessarie in audizione al Copasir“.

Il taglio dei parlamentari

Di Maio è fiducioso e si aspetta che il taglio dei parlamentari “venga votato a grande maggioranza e in modo trasversale, anche dai parlamentari di opposizione. Abbiamo deciso di chiedere a chi è uscito [dal M5s, ndr] i sodi elle restituzioni non effettuate e quelle per gli anni che passeranno in un’altra forza politica. Per esempio, anche Silvia Vono, che non restituiva da ottobre”.