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Taglio dei parlamentari, la Camera approva. Di Maio: "Riforma storica"

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Con 553 sì, 14 no e 2 astenuti, la Camera ha approvato il ddl sul taglio dei parlamentari. Per Luigi Di Maio si tratta di una riforma storica.

Si è tenuto nel pomeriggio di martedì 8 ottobre il voto finale alla Camera sul disegno di legge costituzionale per il taglio dei parlamentari, con scrutinio palese. Dal momento che si tratta di una riforma costituzionale, per l’approvazione è necessario raggiungere la maggioranza assoluta, pari a 316 voti. Lo scrutinio si è concluso poco prima delle 18: la Camera ha approvato la riforma sul taglio dei parlamentari con 553 voti favorevoli, 14 contrari e due astenuti.

Il sì della Camera

Come annunciato nelle ore precedenti al voto, i partiti di maggioranza e le forze di centrodestra hanno votato a favore della riforma. Gli unici voti contrari sono quelli di +Europa (3 deputati) e Noi con l’Italia (4 deputati), oltre al voto di dissenso di Andrea Colletti (M5s) e l’astensione della dem Angela Schirò.

Presenti in Aula, al momento del voto finale, il premier Giuseppe Conte e i ministri Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede e Federico D’Incà.

Le parole di Luigi Di Maio

Pochi minuti dopo l’approvazione del disegno di legge da parte della Camera è arrivato il commento del suo maggior promotore, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. In un breve messaggio sul suo account Twitter Di Maio ha infatti annunciato: “Una riforma per il Paese. Una riforma storica. Tagliamo 345 poltrone e 345 stipendi. Per 20 anni abbiamo sentito parole, il M5s ha unito tutto il parlamento nel nome dei fatti. Il taglio dei parlamentari è realtà!”.

Zingaretti: “Riforma attesa da vent’anni”

Subito dopo Luigi Di Maio è il turno del segretario del Pd Nicola Zingaretti. Il leader Dem ha precisato come il al taglio dei parlamentari venga portato avanti dal centrosinistra da almeno vent’anni: “La riduzione dei parlamentari è una riforma che il centrosinistra e il Pd portano avanti, in forme diverse, da 20 anni. Oggi abbiamo deciso di votarla tenendo fede al primo impegno del programma di Governo e anche perché abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa. Ora andiamo avanti per migliorare la vita degli italiani”.

Salvini: “Mantenuto la parola”

Tramite una brevissima ma lapidaria dichiarazione ha espresso la sua opinione anche il leader della Lega Matteo Salvini, che sul voto alla Camera afferma: “A differenza del Pd e dei 5 stelle, la Lega non tradisce e mantiene la parola”. Frase che però stona con la decisione dello scorso agosto dell’ex ministro dell’Interno, che contribuì a far cadere il governo rischiando di vanificare gli sforzi per l’approvazione del provvedimento.

Meloni: “Fedeli alla volontà popolare”

A favore del taglio dei parlamentari si è espressa anche Giorgia Meloni, che nel suo commento preannuncia le prossime battaglie del suo partito per il taglio dei senatori a vita e l’elezione diretta del Presidente della Repubblica: “Per quarta volta consecutiva Fratelli D’Italia vota il taglio dei parlamentari. Senza tentennamenti o sotterfugi. Siamo fedeli a volontà popolare e questa riforma era attesa da italiani. Ora altri partiti avranno coraggio di seguirci nell’abolizione dei senatori a vita e sull’elezione diretta Capo dello Stato?”.

Il commento di Mara Carfagna

A nome di Forza Italia parla anche la vicepresidente della Camera Mara Carfagna, che rivendica la paternità del centrodestra sulla riforma del taglio dei parlamentari: “Siamo stati i primi a proporre il taglio dei parlamentari. L’abbiamo sempre avuto nel nostro programma. L’abbiamo approvato nel 2005 nell’ambito di una riforma costituzionale boicottata dalla sinistra dell’epoca. È sempre stata una nostra battaglia. Oggi abbiamo ovviamente votato SI”.

Bonafede: “Allineati agli standard europei”

Sul voto si esprime anche il ministro della Giustizia pentastellato Alfonso Bonafede, che augura per l’Italia un prossimo avvicinamento agli standard europei: “Dalla prossima legislatura l’Italia avrà 345 parlamentari in meno. Un risultato straordinario che sembrava impossibile raggiungere. Risparmieremo circa 500 milioni a legislatura e ci allineeremo agli standard delle altre grandi democrazie europee”.

Fraccaro: “Nuova stagione politica”

Arrivano anche le dichiarazioni a favore di chi ha dato il suo nome alla riforma per il taglio dei parlamentari, nota per l’appunto come “Riforma Fraccaro”. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Riccardo Fraccaro ha infatti affermato: “È il giorno che aspettiamo da tempo. Con il sì al taglio dei parlamentari facciamo la storia di questo Paese. Dopo oltre 30 anni di promesse mancate, grazie al M5 sè realtà. Inizia una nuova stagione politica: ora al centro ci sono gli interessi dei cittadini.

Contrario Carlo Cottarelli

Di parere opposto alla maggioranza dell’arco costituzionale è l’ex commissario straordinario alla spending review Carlo Cottarelli. In un commento su Twitter, colui che nel 2018 era tra i papabili per divenire Premier al posto di Conte, minimizza infatti l’apporto che avrà il disegno di legge sull’economia italiana: “Qual è il numero che unisce il taglio dei parlamentari e James Bond? 007. Al netto delle imposte sugli stipendi dei parlamentari, il taglio fa risparmiare allo stato lo 0,007% della spesa pubblica. Certo questo risolverà i nostri problemi dei conti pubblici… o no?”.

Calenda: “Compiacimento a Di Maio”

Fortemente contrario al taglio dei parlamentari è inoltre l’ex ministro dello Sviluppo Economico e leader di Siamo Europei Carlo Calenda, che in un video pubblicato sui social lancia una personale invettiva contro il Pd e contro Italia Viva: “Ci accingiamo, anzi, vi accingete a far tagliare i parlamentari come se fosse un regolamento di condominio, la Costituzione, e senza curarsi delle conseguenze. Lo fate perché dovete compiacere Di Maio, lo fate perché avete preso questo impegno con Di Maio. In cambio avrete ottenuto un sacco di cose? No, non avete ottenuto assolutamente niente. Non avete ottenuto una discontinuità sul Presidente del Consiglio, perché è sempre quello di prima. Discontinuo di se stesso. Non avete ottenuto nulla sulle priorità sulla sanità, sulla scuola, sugli investimenti”.

Sgarbi contro M5s: “Uno stupro”

Durante la dichiarazione di voto sul taglio dei parlamentari alla Camera, Vittorio Sgarbi si è scagliato contro i deputati del M5s accusandoli di prendere parte a “un voto di scambio senza precedenti. Si concede a un governo illegittimo di fare uno stupro del Parlamento che ricorda quello fatto a casa di Grillo”. Il critico d’arte ha accusato i pentastellati di esercitare “un potere di intimidazione che ebbe solo Mussolini. Così voi ricattate il Pd e Italia Viva. Siete ipocriti, bugiardi e falsi. Votate sì solo perché c’è il voto palese, ma avreste votato contro con il voto segreto. Il Pd non ceda al ricatto e non lo faccio neanche la Lega”.

Voto finale sul taglio dei parlamentari

Con la sua approvazione, la cosiddetta “riforma Fraccaro” diminuirà il numero di deputati da 630 a 400 e quello di senatori da 315 a 200. Di conseguenza, verrebbe modificato anche il rapporto numerico di rappresentanza, che passerebbe, alla Camera, da un parlamentare ogni 96 mila abitanti a uno ogni 151 mila abitanti e, al senato, da uno ogni 188 mila abitanti a uno ogni 302 mila abitanti.

Favorevoli e contrari

“Credo che la riforma passerà”. A dirlo è Federico D’Incà, neo ministro per i Rapporti con il Parlamento. In caso contrario “prenderemo le dovute conseguenza”. Anche il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo si è detta convinta che il disegno di legge “passerà senza problemi”. Intervistato da Radio Anch’io, il dem Graziano Delrio ha dichiarato: “Il nostro è diventato un sì perché sono state accolte le nostre ragioni”. Favorevoli anche i maggiori partiti di opposizione. La Lega e Fratelli d’Italia hanno annunciato che si schiereranno per il sì in occasione del voto finale sul taglio dei parlamentari. La riforma dovrà però essere seguita dalla lotta al “presidenzialismo e dall’abolizione dell’istituto ottocentesco dei senatori a vita” ha precisato Giorgia Meloni.

Hanno invece manifestato il proprio dissenso gli esponenti di +Europa, scesi in piazza Montecitorio con una ghigliottina di cartone a simboleggiare la “Costituzione mutilata”. C’è preoccupazione anche tra le fila di Italia Viva. Il partito di Matteo Renzi potrebbe infatti essere tra le forze politiche maggiormente penalizzate dalla riforma.