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Luigi Di Maio si affida al recupero crediti per i morosi in M5s

luigi di maio

Di Maio passa alle maniere forti e minaccia i parlamentari morosi di ricorrere al recupero crediti: la pena è il pignoramento dello stipendio.

Ci sono ancora un paio di settimane per la restituzione di parte dello stipendio da parte dei parlamentari di M5s. Secondo quanto riferiscono alcune fonti, infatti, dalla primavera del 2019 nelle casse del partito mancherebbe quasi un milione di euro. Una cospicua parte di grillini, da quanto emerge, non versa la quota dovuta la Movimento: ma Luigi Di Maio non ci sta e annuncia il ricorso al recupero crediti. Il capo politico di M5s minaccia di procedere per vie legali con il possibile e conseguente pignoramento dello stipendio dei morosi.

Di Maio ricorre al recupero crediti

I parlamentari morosi, coloro cioè che non hanno ancora versato la quota di stipendio dovuta al Movimento, hanno messo in dubbio il dovere di restituzione. Così, Luigi Di Maio si è affidato all’Agenzia delle Entrate per dimostrare che la restituzione di parte del proprio stipendio, secondo le regole interne a M5s, è un “obbligo giuridico“. E per questo motivo, il capo politico ha deciso di fare ricorso alle vie legali: Di Maio si affiderà al recupero crediti per punire i morosi in M5s. Tuttavia, per i ritardatari è ancora possibile saldare i loro “debiti” al Movimento: sono ancora disponibili un paio di settimane. A tempo ultimato, però, Luigi Di Maio manderà una lettera dallo studio legale: la conseguenza più grave riguarda il pignoramento dello stipendio. Anche i fuoriusciti dovranno versare il minimo sindacale mensile (pari a 2 mila euro) fino al termine della Legislatura. Invece, il caso su Rousseau è diverso: si dovranno versare 300 euro e i dissidenti non potranno (in caso di elezioni anticipate) essere ricandidati.

I grillini morosi

Tra coloro che hanno restituito la quota fino ad un certo momento del 2019 e coloro che invece non hanno mai versato nulla nel corso dell’anno, il caso emblematico è quello di Lello Ciampolillo. L’esponente grillino infatti, non ha mai versato nemmeno un soldo al Movimento. Tra gli affiliati, infine, c’è chi teme che queste maniere forti possano scindere ulteriormente M5s: forse usciranno proprio alcuni morosi.