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Zingaretti, sì all'alleanza con il M5s: "Altrimenti ritorna Salvini"

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Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha ribadito la volontà di costruire un'alleanza con il M5s al fine di scongiurare un ritorno di Matteo Salvini.

Non usa giri di parole il segretario del Pd Nicola Zingaretti per definire il rapporto del suo partito con il M5s, ormai sempre più solido in termini di alleanza politica. Nel salotto di Otto e mezzo sul La7, il leader Dem ha infatti detto chiaramente che il patto con i 5 Stelle è l’unica strada da percorrere al fine di scongiurare un ritorno di Matteo Salvini. Sul finire dell’intervista, Zingaretti ha anche espresso la sua opinione in merito al cosiddetto caso Russiagate.

Zingaretti e l’alleanza con il M5s

Interrogato sull’asse governativo tra Pd e M5s, Zingaretti ha dichiarato: “Vogliamo provare a farla diventare un’alleanza? Altrimenti, inutile girarci attorno, torna Salvini. Noi oggi abbiamo forze politiche che potenzialmente rappresentano il 45-48 per cento degli italiani”.

Nonostante la convergenza su un candidato comune per le elezioni regionali in Umbria del prossimo 27 ottobre, il segretario del Pd si mostra inamovibile sul nome di Stefano Bonaccini per la tornata elettorale in Emilia Romagna del 26 gennaio. In quel caso, sarebbero i pentastellati a dover fare un passo indietro per il bene dell’alleanza: “In Emilia Romagna c’è un bravissimo presidente e un buonissimo bilancio di quell’amministrazione”.

Alla domanda se in questa ipotetica alleanza ci sia spazio anche per Matteo Renzi, Zingaretti ha risposto: “Va chiesto a lui. Per me non ci sarebbe problema”. Mentre sulla sindaca di Roma Virginia Raggi, attualmente alle prese con l’emergenza rifiuti, l’opinione del Presidente del Lazio è la seguente: “Non dovrebbe dimettersi, dovrebbe affrontare con più decisione e collegialità temi per troppo tempo irrisolti”.

Il caso Russiagate

In merito al caso Russiagate e al supposto coinvolgimento dell’Italia nelle ingerenze del Cremlino sulle elezioni americane del 2016, Zingaretti ha affermato: “Noi siamo stati i primi a chiedere al presidente Conte di andare al Copasir a riferire. Io sono abbastanza sereno e sicuro della solidità, forza e correttezza dei nostri Servizi. Sono questioni delicate, quindi non possono esserci per troppo tempo troppi ‘se’. Quindi è bene che Conte vada al Copasir”.

Parlando del provvedimento che prevede il carcere per i grandi evasori, il segretario Dem ha infine risposto: “È stato deciso che questa parte andrà vista nella delega sulla lotta all’evasione, tolta da un’impianto solo sulla giustizia e collocata dentro quello che sarà lo strumento per combattere l’evasione fiscale. Sono favorevole dentro una strategia che mette in campo altre misure”.